La vittoria in Coppa del Mondo Under 20, il secondo posto alla prova Open di Ancona, e ora la convocazione per il collegiale con la Nazionale di fioretto. Martina Favaretto è fra le protagoniste assolute di questo primo scorcio di stagione.
Corre forte Martina Favaretto, al punto da convincere Andrea Cipressa ad aggregarla al ritiro collegiale della Nazionale in corso in questi giorni a Roma. Del resto, i risultati ottenuti dalla quindicenne di Noale in questo primo scorcio di stagione parlano per lei e danno piena giustificazione alla scelta operata dal ct del fioretto azzurro: vittoria a Londra nella prova di Coppa del Mondo Under 20 inaugurale della stagione – maturata peraltro dopo aver battuto Elena Tangherlini in semifinale e Serena Rossini nell’atto decisivo – preludio alla bellissima gara di Ancona, dove ha affrontato senza timori riverenziali il gotha del fioretto azzurro e si è fermata solo in finale, dopo aver battuto, fra le altre, Camilla Mancini ed Alice Volpi e aver dato qualche grattacapo a Martina Batini, vincitrice della gara.
Un ruolino di marcia davvero impressionante, a maggior ragione considerata la giovane età. Prima nel ranking nazionale Cadetti, vice campionessa Europea individuale e campionessa, sempre a livello continentale, a squadre. A guidarla da bordo pedana, un Maestro d’eccezione come Mauro Numa, dopo che in già in passato Martina era stata seguita da un altro nome pesante della scherma azzurra, Dorina Vaccaroni. Ed è proprio lo stesso Numa a raccontarci di più sulla sua allieva: «Tecnicamente è davvero forte, ha talento, un’ottima scelta di tempo e un’intuizione fuori dal comune. Inoltre non ha alcun timore reverenziale e, anche se di fronte a lei ci sono grandi campionesse, scende sempre in pedana per vincere». Come le due gare sopra citate hanno del resto pienamente dimostrato.
C’è poi un altro aspetto di Martina che colpisce l’Olimpionico di Los Angeles 84 ed è quello mentale: «Rispetto agli ultimi due anni, ha imparato molto bene a gestire l’ansia durante le gare. Sotto questo punto di vista è davvero maturata tantissimo». E allora, dove può arrivare Martina. La risposta ce la da ancora Numa: «Ha tantissimi margini di miglioramento, è molto giovane: il prossimo passo sta nel diventare consapevole della propria forza».
All’orizzonte, per la noalese e il suo Maestro, si profila una stagione tosta e ricca di impegni. E se il pensiero, inevitabilmente, corre ai Mondiali di Verona 2018, prima c’è da affrontare un lungo cammino, in cui la Favaretto sarà chiamata a disimpegnarsi tanto nelle gare del Circuito Europeo Cadetti quanto nelle maggiori tappe di Coppa del Mondo Under 20: «Da qui a dicembre saremo impegnati pressoché tutti i week-end» aggiunge Numa «a partire dalla prova Cadetti di Budapest (21-22 ottobre, ndr) e passando per tutte le più importanti gare di Coppa del Mondo Under 20. Credo che abbia la giusta maturità per poterle affrontare, e Londra sta lì a dimostrarlo». Ma prima, la settimana di collegiale con la Nazionale maggiore. Un’esperienza che non può che farle bene: «Ha l’occasione di poter tirare e studiare dai migliori al Mondo e questo credo che le verrà molto utile».
La giovane azzurra, dal canto suo, si gode il suo momento, ben conscia però che la strada è solo all’inizio: «Il lavoro alla fine paga sempre» ha dichiarato la stessa Favaretto in un articolo uscito nell’edizione odierna de “La Nuova Venezia” «anche se questi due risultati sono giunti un po’ inaspettati. Me li tengo stretti ma senza montarmi la testa». Anche perché, se le premesse sono queste, è facile immaginare come per Martina il meglio debba ancora venire.
Twitter: agenna85
Fotografia Augusto Bizzi