Vigili contro schermidori: «Sfrattati da casa nostra»

Continua la querelle che coinvolge la sala d’armi della Cariplo Piccolo Teatro a Milano. Che si ritrova contro l’intero sindacato dei vigili del Fuoco.

 

Se fosse un film, staremmo qui a farci delle grasse e sane risate. E invece non è un film ma, soprattutto, c’è davvero poco da ridere. Perché a rendere la vita dura alla sala scherma della Cariplo Piccolo Teatro di Milano, da qualche settimana a questa parte sotto le luci dei riflettori per la spinosa questione dello sfratto dalla palestra di Via Procaccini, adesso ci si mette l’intero corpus sindacale dei Vigili del Fuoco della Caserma di via Messina.

Come si legge sugli organi stampa, infatti, ben otto sigle sindacali si sono coalizzate con l’obiettivo di dare la “spallata finale” agli inquilini in divisa bianca, maschera e spada che da cinque anni usano la loro palestra per gli allenamenti. «Ormai l’hanno occupata e di fatto siamo sfrattati da casa nostra» è la voce ufficiale dei sindacati che aggiungono (fonte: corriere.it) «La palestra di una caserma dei pompieri non è un luogo di ritrovo dopo una giornata di lavoro, ma è un bene strumentale e funzionale per la preparazione fisica finalizzata all’attività di soccorso tecnico urgente. Non siamo contro lo sport e la scherma. Lo sport, al contrario, è parte integrante della nostra preparazione».

Il nodo della contesa, allora, si sposta sul difficile rapporto di convivenza fra gli schermidori – fra cui, ricordiamo, i medagliati olimpici della spada maschile Marco Fichera, Enrico Garozzo (cui si è da poco aggiunto Andrea Santarelli), la spadista della nazionale Alberta Santuccio, alcuni talenti delle categorie Cadetti e Under 20, ma anche una cinquantina di bambini oltre ad amatori e Master – e  gli stessi pompieri, con i secondi che accusano i primi di essersi, de facto, impossessati della palestra e di vedere nella presenza dei vigili un qualcosa di sgradito.

Da parte nostra, non possiamo che rinnovare la speranza che tutto si risolva con buon senso e con un accordo che possa accontentare tutti. A prescindere da quanto accadrà, però, resta l’amaro in bocca per una vicenda surreale che rischia di danneggiare uno sport che è fra le eccellenze italiane. Senza considerare il fatto ancora più paradossale che tutto ciò si sta consumando in una città, quelle meneghina, che alla scherma azzurra ha regalato tanti campioni: dai fratelli Mangiarotti a Giancarlo Bergamini, per arrivare in tempi più recenti a Diana Bianchedi e Alfredo Rota.

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Fotografie Augusto Bizzi/Fie