Undici medaglie azzurre, tante emozioni, pubblico da brividi. Riviviamo Il Mondiale di scherma Paralimpica di Roma.
Ora che il sipario sui Mondiali di scherma paralimpica di Roma 2017 è calato, restano emozioni e sensazioni che renderanno difficilmente dimenticabili questa kermesse. Ci sono le medaglie azzurre, in primis, ben undici. Ma non solo: a rimanere impresso per sempre nella memoria, anche il tifo incredibile di tutti quelli che hanno letteralmente polverizzato i biglietti per assistere alle gare, trasformando l’Hilton Hotel di Fiumicino in una bolgia dantesca traboccante di entusiasmo. Cui si sono uniti i ragazzi della scherma olimpica: da Arianna Errigo a Luca Curatoli, passando per Enrico Berrè, Irene vecchi, Olga Calissi solo per fare qualche nome. Tutti accorsi a fare il tifo, a dare il loro supporto agli azzurri in pedana, come un’unica grande famiglia quale effettivamente è quella della scherma.
E tutti gli atleti in pedana hanno ricambiato dal canto loro, dando vita tantissime gare ad alto tasso spettacolare, combattute e incerte fino alla fine. In cui la parte del leone l’hanno fatta i leoni italiani, che tornano a casa da Roma con ben undici medaglie, di cui cinque del metallo più pregiato. Bebe Vio era la più attesa e ha risposto presente, demolendo la concorrenza e artigliando il suo secondo oro Mondiale prima di unire le forze con Loredana Triglia e Andreea Mogos alla conquista di un primo, storico, titolo Mondiale per il fioretto femminile a squadre. Il sigillo più prestigioso di un sodalizio fatto da tre ragazze che sono amiche prima ancora che compagne di squadra.
E ancora, le indimenticabili performance di Alessio Sarri, più forte anche di un infortunio alla spalla con cui ha dovuto fare i conti nell’avvicinamento al Mondiale. E se Coutya gli ha negato l’oro nella spada quando questo sembrava a un passo, il romano si è rifatto con gli interessi nella sciabola: prima il secondo titolo iridato individuale dopo quello di Budapest 2013, quindi la firma da protagonista sul titolo a squadre. Romanità al potere in quel di Roma, grazie ad Andrea Pellegrini, Edoardo Giordan e Marco Cima: ci sono loro dietro una delle tante prime volte che hanno caratterizzato questo Mondiale.
Ecco, le prime volte: come quella del fioretto maschile a squadre, mai al vertice prima che riuscisse l’impresa a Matteo Betti, Emanuele Lambertini, Marco Cima e Gabriele Leopizzi. O la sciabola femminile a squadre (Andreea Mogos, Loredana Trigilia, Marta Nocent, Rossana Pasquino), che si arrende solo alle più forti e porta a casa una splendida medaglia d’argento. Cinque ori, tre argenti (oltre ai due già citati, anche quello di Matteo Betti nella prova individuale di fioretto maschile A) e tre bronzi il bottino finale, con William Russo e Consuelo Nora.
Medaglie azzurre ma non solo: sei giorni di spettacolo di altissimo livello, assalti combattuti e incerti fino all’ultimo, tante storie di sport e di vita da raccontare. Per questo e molto altro ancora, Roma 2017 resterà una delle pietre miliari della storia della scherma paralimpica.
Twitter: agenna85
Fotografie Augusto Bizzi