L’argento di Cancun consacra la monzese tra le migliori al mondo nella sciabola. La Errigo è un’atleta fuori dal tempo.
Era iniziato come un gioco, come una battuta. Arianna Errigo sciabolatrice un po’ per divertimento, un po’ per esigenza, ai campionati italiani a squadre coi Carabinieri, oro prima a Livorno 2011 e poi a Roma 2016. Lì, alla vigilia di un’Olimpiade che avrebbe trasformato un sogno in incubo, la prima suggestione: «Passare alla sciabola? Chissà…».
Arianna si diverte con la nuova arma, è veloce e rapida come lei, ci si trova a suo agio. A Roma, a quel campionato italiano, rifila parziali pesanti a tutte, persino a Martina Criscio, che il giorno prima si è laureata campionessa italiana individuale. E allora, dopo Rio, rilancia e annuncia: «Farò anche sciabola, insieme al fioretto, per almeno due anni, poi si vedrà».
All’inizio non tutti sono felici e convinti dall’idea. Il talento di Arianna e palese, si conferma nella prima prova Open di Erba nell’autunno del 2016, dove arriva fino in finale a otto e strappa da subito il pass per gli Assoluti di Gorizia. Ma la Coppa del Mondo è un’altra cosa, e qualcuno pensa che questa pazza idea di arrivare a Tokyo 2020 con due armi sia fuori dal tempo, irrealizzabile, uno spreco di energie nervose e fisiche che avrà come conseguenza quella di peggiorare il suo rendimento nel fioretto.
Arianna, però, continua a salire sul podio a ogni prova di Coppa del Mondo della sua arma, chiude la stagione con un titolo europeo e un bronzo mondiale individuali, e due ori nelle prove a squadre. Nel frattempo, gara dopo gara, migliora anche con la sciabola in mano. Per tre volte, a cavallo di due stagioni, si ferma a una stoccata dalla finale a 8, ma i tempi sembrano ormai essere maturi.
Il secondo posto di Cancun è un miracolo, ma sorprende relativamente proprio per questo. Stavolta quella stoccata finale Arianna riesce a metterla con continuità impressionante, riuscendo a rintuzzare anche i tentativi di rimonta delle avversarie più quotate, come la Marton e la Berder. Arianna batte le migliori del circuito, Arianna è tra le migliori del circuito, poco più di un anno dopo aver iniziato a fare sul serio con la nuova arma.
Sognava di incontrare Olga Kharlan, Arianna. Voleva quell’assalto da tanto tempo, per misurarsi con una leggenda della sciabola. Ma i tabelloni non l’hanno mai aiutata, nemmeno stavolta, mettendola sempre lontanissima dall’ucraina. E allora Arianna, per guadagnarsi questo match, è dovuta arrivare fino in fondo, fino alla finale, attraversando un percorso tutt’altro che banale.
È la manifestazione definitiva di un talento naturale che non conosce confini, di una ragazza che a 16 anni vinse un campionato italiano cadetti di spada, che da assoluta ha conquistato due titoli mondiali e un argento olimpico individuali nel fioretto, vincendo 16 prove di Coppa del Mondo e salendo sul podio 50 volte. È la storia di una atleta che sogna di compiere un’impresa fuori dal tempo, andando ai Giochi Olimpici con due armi. Non è possibile, dicevano, non nella scherma ultra specializzata di oggi. Ma non avevano fatto i conti con lei.
Twitter: GabrieleLippi1
Foto Bizzi/Fie