A La Havana il week-end di Coppa del Mondo di spada femminile. L’Italia riparte dal secondo posto di Mara Navarria a Doha.
Dal caldo del deserto medio orientale di Doha al caldo tropicale di Cuba. La spada femminile vola ancora una volta al di fuori della Vecchia Europa e riparte da La Havana. Nella terra dei sigari e del mojito e delle spiagge assolate, si rimettono in cammino verso Wuxi le migliori spadiste del Mondo attese al quarto appuntamento stagionale, in quello che rappresenta un ritorno per la gara cubana.
L’ultima volta che si gareggiò qui fu nel 2014, quando a imporsi nell’allora Grand Prix fu la cinese Hao Jialu, che regolò in finale Courtney Hurley mentre completarono il podio Simona Gherman ed Emese Szasz. La Havana però evoca dolci ricordi anche ai colori azzurri, a partire dalla vittorie di Nathalie Moellhausen nel 2007 e di Bianca Del Carretto nel 2011 per proseguire con il podio di una allora ventunenne Rossella Fiamingo, che nel 2012 chiuse al terzo posto e, ancora più indietro nel tempo quello di Cristina Cascioli (2005).
In casa Italia la più in palla del gruppo sembra essere Mara Navarria, che nella prima parte di stagione ha collezionato una vittoria e un secondo posto, e chissà che i ricordi del podio di sei anni fa non riaccendano il genio schermistico di Rossella Fiamingo. In generale si attendono però segnali da tutto il gruppo azzurro, a caccia di risultati per dare colore a un cammino sin qui nobilitato quasi esclusivamente dalle imprese della friulana e dalla finale a otto centrata da Giulia Rizzi nel Grand Prix qatariota. Atteso anche un pronto riscatto nella prova per quartetti, dopo l’ottavo posto che ha seguito il bellissimo piazzamento sul podio ottenuto a Tallinn.
Tante, come sempre, le protagoniste attese in una gara che come classico della spada può aprirsi a tante sorprese. Da tenere d’occhio Ana Maria Branza, trionfatrice a Doha e che a Cuba sembra trovarsi particolarmente a suo agio, viste le due vittorie e i cinque podi complessivi ottenuti qui. E poi il lotto delle solite note, anche al netto dell’assenza dell’oro olimpico di Rio Emese Szasz: da Violetta Kolobova e le russe, al gruppone delle asiatiche, passando per le solide estoni, le sempre coriacee polacche e le tante mine vaganti disseminate qua e là nel tabellone a rendere difficilmente pronosticabile l’esito della gara di sabato.
Twitter: agenna85
Fotografie Augusto Bizzi