L’ondata asiatica e statunitense si abbatte su Verona 2018

Le nuove scuole fanno il pieno di medaglie a Verona e mettono in discussione l’egemonia Europea. Usa al miglior risultato di sempre, crescono Hong Kong e Singapore.

 

Gli Stati Uniti da una parte, l’Asia dall’altra. Verona regala la ribalta alle nuove scuole schermistiche pronte a mettere in discussione l’egemonia dell’Europa e rendere ancora più globale il grande gioco della scherma. Non certo una novità di trovare queste nazioni al vertice delle gare e competitive in tutte le armi, ma il risultato emerso dalle pedane del Cattolica Center è meritevole di analisi.

Il primo dato evidente viene dal fioretto: su sei gare disputate (le quattro individuali e le due a squadre) soltanto la prova per quartetti al maschile è stata vinta da una nazione Europea, con la Russia ad avere la meglio sulla Francia. Il resto del bottino è stato invece appannaggio di Giappone e Stati Uniti: il paese del Sol Levante si coccola il talento di Yuka Ueno, capace di fare doppietta in due giorni, centrando dapprima l’oro nella gara Giovani quindi bissando il successo il giorno successivo nella categoria Cadetti, mentre gli Stati Uniti chiudono il loro miglior Mondiale di sempre portando a casa ben 14 medaglie, mancando la vittoria nel medagliere finale solo per un minor numero di ori rispetto alla Russia.

Salta all’occhio il grande exploit del fioretto a Stelle e Strisce, capace di andare a medaglia in tutte e sei le gare, dominando le prove individuali al maschile con Nick Itkin (Giovani, bronzo per Sidhart Kumbla) e Kenji Bravo fra i Cadetti, vincitore di una finale tutta made in Usa contro Marcello Olivares. E ancora, il titolo delle ragazze nella prova a squadre Giovani, con una squadra composta da tre Cadette (Delhpine DeVore, May Tieu e Lauren Scruggs, peraltro tutte a podio nelle prove individuali) e con la “veterana” Sylvie Binder che ha ancora un anno da disputare a livello Giovanile.

Ma se l’arma guidata da Massialas senior ha fatto la parte del leone, non meno sono state le altre armi, in particolare la sciabola: Alexis Anglade ha preso bronzo nella prova Cadetti, così come entrambi i quartetti nelle prove a squadre, senza dimenticare l’argento di Robert Vidovzsky nella gara maschile Cadetti. Dalla spada, infine, è arrivato l’argento di Emily Vermeule fra le Cadette.

Laddove si è affermata la portacolori di Hong Kong Hsieh Kaylin Sin Yan. Li città-stato cinese è stata un’altra delle protagoniste di questo Mondiale e da qualche anno sta lanciando interessanti prospetti che riescono a essere protagonisti anche a livello assoluto, come nel caso della spadista Kong Vivian Man Wai e del fiorettista Cheung Ka Long, iridato Under 20 lo scorso anno a Plovdiv e attuale numero 10 della classifica Senior. E se Cina e Corea chiudono sottotono, molto bene ha fatto Singapore, che dopo lo storico oro di Lau Ywen a Bourges 2016 (scaibola femminile Cadetti), arriva all’argento nella prova Giovani di fioretto femminile a squadre e mette in luce Amita Berthier.

Il numero delle medaglie portate a casa, però, è solo la punta dell’iceberg di una crescita sempre più esponenziale di queste nuove scuole, capaci di essere competitive in tutte le armi e piazzare con costanza atleti nelle zone di vertice delle classifiche. Nelle categoria giovanili ma non solo, come insegna ad esempio il caso di Misaki Emura, già a podio in Coppa del Mondo e arrivata a un passo dalla medaglia iridata lo scorso luglio a Lipsia. In attesa di ulteriori confermi negli anni a venire, segnali inequivocabili di un sempre maggior allargamento della geografia schermistica Mondiale.

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Fotografia Augusto Bizzi