Dopo aver chiuso da imbattuti la stagione di Coppa del Mondo ed essersi presi l’ennesimo trionfo ai Panamericani, Massialas e compagni puntano al Mondiale e a un posto nella storia. Ma la concorrenza sarà agguerrita, Italia in testa.
Se non ora, quando? Ora che la Storia sta bussando alla porta e che per entrarvici basta un passo. Imbattuti nella stagione di Coppa del Mondo, messo in borsa – ed era forse la parte più facile se non scontata della missione, in una delle rare volte in cui nello sport ci si può arrischiare a spendere questa parola – l’ennesimo titolo continentale in un’edizione dei Panamericani cannibalizzata dalla squadra a stelle e strisce con undici titoli su dodici, al quartetto statunitense del fioretto maschile resta un solo mattone da mettere: la conquista del Mondiale.
Dalla sconfitta contro gli azzurri dello scorso luglio a Lipsia, il quartetto composto da Miles Chamley-Watson, Race Imboden, Alexander Massialas e Gerek Meinhardt non ha più conosciuto il termine sconfitta. Un risultato frutto, oltre che dell’indubbia forza dei quattro attori principali, del grande lavoro di preparazione messo in atto da Massialas senior, che non ha mai mancato di sottolineare come curi grande attenzione questa particolare competizione: «Sto enfatizzando molto la gara a squadre, e lavorando per rendere i ragazzi uniti» ci aveva raccontato lo stesso Greg al termine del Challenge International de Paris di quest’anno, una delle sei tappe vincenti del cammino sin qui perfetto dei suoi ragazzi.
Vincere a Wuxi significherebbe quindi dare la pennellata finale a un capolavoro costruito con grande pazienza e di aggiornare ulteriormente il libro dei record: sin qui nessuno mai è riuscito, nel fioretto maschile, a fare en plein di vittorie e a chiudere imbattuto. Un’impresa, questa, messa a punto lo scorso anno proprio a Lipsia dalle ragazze del fioretto azzurro e che gli statunitensi proveranno ad eguagliare in Cina nella gara che chiuderà il programma dei prossimi Campionati del Mondo nella giornata del 27 luglio. Puntando su un collettivo non solo di grande talento ma anche e soprattutto reso coeso dalle tantissime battaglie combattute assieme sin dalle Olimpidi di Londra 2012: «La nostra squadra è molto unita e siamo insieme da così tanto tempo, siamo ottimi amici, siamo come fratelli, niente ci fermerà dal divertirci e dall’esprimere la miglior scherma possibile» aveva chiosato Alexander sempre al termine della trionfale campagna parigina.
Ma se l’andamento della stagione pone la banda Massialas inevitabilmente in testa alla lista dei favoriti per la vittoria finale, il cammino che li attende verso la meta non è dei più banali. La concorrenza c’è, forte e agguerrita: ci sono gli azzurri – ça va sans dire – che sono i Campioni del Mondo in carica, il modello a cui gli americani guardano e che nei grandi appuntamenti sanno farsi trovare sempre terribilmente pronti, e le finali 2013 e 2017 sono lì a ricordarlo; ci sono la Russia fresca di titolo Europeo e una Francia desiderosa di riscattare la figuraccia rimediata a Novi Sad e cancellare l’impietoso 45-10 rimediato proprio dai russi in semifinale; e poi le mine vaganti asiatiche, Giappone e Corea in testa. Tutti pronti ad attendere al varco una corazzata che sin qui è sembrata inaffondabile e che proverà, sulle pedane cinesi, ad aggiungere la più classica delle ciliegine ad una torta già di per sé bella ricca e guarnita.
Twitter: agenna85
Fotografia Augusto Bizzi