Andrzej Rządkowski, lo schermidore silenzioso

Il fiorettista polacco che studia, vive e si allena a Breslavia. Lo abbiamo incontrato ai Campionati Europei di Novi Sad.

 

Classe 97, Andrzej Rządkowski ha vinto qualche medaglia ai Campionati Cadetti e Giovani e da qualche tempo gareggia nella categoria Assoluti. A Novi Sad, insieme ai suoi compagni di squadra ha vinto una medaglia di bronzo contro una Francia irriconoscibile, ma il quartetto polacco è riuscito ad accedere alla finale per il terzo posto in un assalto emozionante ed incerto fino all’ultima stoccata con la Germania. Abbiamo parlato dei suoi obiettivi, dei suoi interessi, della scherma in Polonia ed anche in Italia. Quando gli ho detto che alcuni club, anche storici, in Italia sperimentano difficoltà simili a quelle che lamentava, mi ha detto «pensavo che la scherma fosse lo sport nazionale da voi, che fosse una tradizione importante». Gli ho risposto che si parla comunque prevalentemente di calcio «ma la squadra italiana non è riuscita neppure a qualificarsi ai Mondiali».

Ironico, calmo e risoluto, il fiorettista da qualche anno scala il ranking internazionale, raggiungendo ogni anno, con costanza, un gradino più alto.

Che differenza c’è tra gareggiare nel settore giovanile rispetto a quello Assoluto?
Ovviamente è più difficile. Nella categoria giovanile non bisogna allenarsi così duramente, non bisogna dedicarsi completamente alla scherma. In realtà tre o quattro allenamenti alla settimana erano sufficienti per avere un buon risultato, o vincere una medaglia, ma ora è impossibile. Se vuoi ottenere buoni risultati nelle competizioni Assolute devi dare di più, allenarti di più, è necessario. A volte devi allenarti due volte al giorno, è più come un ritiro infinito. Io studio anche ed è abbastanza difficile.

E com’è l’ambiente? c’è più pressione?
Io sono uno schermitore un po’ atipico, non urlo durante i miei assalti, non mostro molte emozioni. Arrivo, tiro e poi…vado via, che vinca o che perda, non so mi guardo intorno e penso di essere un po’ strano.

Hai fatto la finale a otto a Bonn, è stato il tuo miglior risultato in un evento Assoluto, com’è stata quell’esperienza?
Sì è vero, una volta sono entrato tra i migliori sedici, e poi quella volta negli otto. Quella è stata anche la gara di Coppa del Mondo con più iscritti della stagione, c’erano circa 250 atleti, o di più, non mi ricordo bene. Quel giorno sono stato abbastanza fortunato perché avrei dovuto tirare con Chamley-Watson, è stato Campione del Mondo ed è un ottimo tiratore ma ha perso con Toldo. Dopo Toldo avrei dovuto avere, in teoria, un assalto con Garozzo, ma Garozzo aveva perso al primo turno con qualcuno. Ho avuto un po’ di fortuna, ma ho comunque raggiunto un buon risultato, non voglio biasimarmi per questo, bisogna anche saper sfruttare la fortuna.

Quali erano i tuoi obiettivi per la stagione che si sta per concludere? Sei riuscito a raggiungerli?
La prima parte della stagione non è andata bene, e l’anno prima, non ero contento. Verso dicembre ho iniziato a tirare come volevo, a Torino ho fatto una cosa che desideravo fare, è stata una buona gara. Volevo essere tra i migliori quaranta, o magari trenta. Al momento sono trentaquattresimo, o ero, prima di questo inizio terribile qui (Rządkowski ha perso con Avola al primo turno a Novi Sad, ndr). Ho avuto un po’ di sfortuna perché Avola ha tirato veramente bene quel giorno, ha battuto Kruse e Avola era in vantaggio 11 a 0. Non direi che è stato ingiusto, perché non si può dire che qualcosa sia ingiusto in queste occasioni, tiriamo tutti ad alto livello. Ma comunque un po’ di sfortuna, poteva andare meglio. Comunque non penso molto ai miei obiettivi, voglio solo tirare bene, se tiro bene va bene.

E ora, quali sono gli obiettivi per i Mondiali? tirare bene?
Devi per forza tirare bene per avere qualche risultato, non puoi tirare malissimo (ride, ndr). Devo essere tra i sessantaquattro migliori, questo sicuramente, poi magari nei trentadue, o sedici, meglio andrà meglio sarà.

La squadra polacca di fioretto maschile (Foto: Bizzi)

La scherma è popolare in Polonia?
Buona domanda. Non è più popolare come era durante il Comunismo. Molti sport erano più popolari, come la boxe e la scherma, e ora non lo sono più. Lo sport era usato come propaganda. Anche dopo l’Unione Sovietica abbiamo avuto buoni risultati, abbiamo avuto squadre con medaglie Olimpiche ed Olimpionici. Al momento è decisamente peggio, e se peggiora ricevi meno fondi, e quindi si entra in una spirale negativa.

Com’è il vostro sistema nazionale?
Ci sono quattro club principali per il fioretto maschile, uno a Varsavia, due a Danzica, uno a Poznan. Abbiamo un commissario tecnico nazionale e a volte facciamo ritiri nazionali, di solito prima delle competizioni ufficiali o l’inizio della stagione. Altrimenti normalmente ci alleniamo nei club. Io mi alleno, studio e vivo a Breslavia. Il mio club è in una specie di cantina, dividiamo la sala con una scuola, non abbiamo le pedane ed il pavimento è anche un po’ scivoloso, a volte  è pericoloso. Ma non è così male, ci arrangiamo.

Pensi che la scherma sia percepita come elitaria in Polonia?
Lo è, perché è molto più cara rispetto ad altri sport, devi pagare l’attrezzatura, la divisa, le armi.

Pensi che ci sia un legame tra i costi della scherma e il suo essere considerata elitaria?
Non penso che le persone in Polonia pensino alla scherma, quindi non so dirti (ride, ndr). Se durante le Olimpiadi la guardano non capiscono niente, a parte forse un po’ spada. L’unica cosa che sento da persone che non conoscono la scherma è «beh è così facile, saltate e vi colpite, è stancante?»  e di solito rispondo qualcosa tipo «taci, per favore» (ride, ndr).

Riguardo lo studio, come riesci a trovare un equilibrio tra allenamenti e libri?
Ho un buon accordo con la mia Università, studio Giurisprudenza a Breslavia.

Non facile.
Non penso sia facile, penso che niente sia facile quando ti alleni come atleta professionista, non come amatore. Non posso dire di essere un professionista, non mi pagano per fare questo, posso ottenere una borsa di studio ma non un salario. Quando non ottieni ottimi risultati, non vinci medaglie, non ti danno neppure la borsa.
Io studio, per ora va bene, forse un giorno dovrò scegliere su cosa concentrarmi di più, forse dovrò prendere un anno sabbatico prima delle Olimpiadi, o qualcosa del genere, ancora non so bene, ma penso che dovrò scegliere.

Allenamento a Novi Sad (Fotografia: Arianna Scarnecchia)

Hai detto che hai un buon accordo con la tua Università, ti riferivi alla borsa di studio?
Non sono obbligato a essere presente a lezione, ma devo imparare e studiare da solo e poi fare gli esami. Sembra facile ma non lo è, a volte mi sveglio prima di alcuni esami e penso «non ho fatto niente» è più facile avere un gruppo di compagni, imparare insieme e farlo sistematicamente.

Pensi che quello che stai studiando determinerà le tue scelte di vita in futuro?
Non so, lo faccio perché so che non lavorerò nello sport, non sarò un allenatore, o un maestro. È un po’ un piano B, perché per esempio, se per qualche ragione mi faccio male, e non posso più tirare dovrò fare qualcosa. E un giorno dovrò anche lasciare casa dei miei e andare a vivere da solo, a un certo punto, magari a cinquant’anni (ride, ndr).

Quali sono i tuoi interessi fuori dalla pedana?
Giocavo a scacchi, a volte lo faccio ancora ma sempre più raramente. In realtà non ho più tempo. Mi piace ascoltare la musica, e i videogiochi, come molte persone mi sa…forse le serie TV.

Dicono che la scherma sia come un gioco fisico a scacchi.
Sì, concordo. Non mi interessavano così tanto gli scacchi, giocavo, ho anche frequentato un corso per qualche tempo ma non ho imparato niente, stavo solo lì seduto, guardavo la lavagna e quando mi dicevano di giocare con gli altri lo facevo. Ma ora tutto ruota intorno alla scherma e allo studio per me.

Sicuramente c’è di peggio ma a volte dev’essere un po’ difficile.
No, non penso, a volte guardo i miei amici che studiano e le loro vite non hanno niente a che vedere con lo sport, devono pensare a cose come la casa, perché vivono da soli, o agli altri amici alle loro ragazze o ragazzi, insomma una vita normale, e non so cosa sia peggio o più difficile.
Dall’esterno sembra sempre più facile, l’erba del vicino…

Twitter: @Ariariasally

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Fotografie Augusto Bizzi/Arianna Scarnecchia