Bronzo per Yana Egorian e per l’americana Stone
Papà Stanislav, il titolo di Campione del Mondo nella sciabola lo ha vinto cinque volte. Cinque sigilli fra i tanti che hanno reso Pozdniakov uno dei più grandi interpreti della storia della disciplina. Undici anni dopo San Pietroburgo 2007, tocca alla piccola Sofya salire sul gradino più alto del podio, facendo da gran cerimoniere alla festa completa della Russia nella prova individuale di sciabola femminile completata da Sofya Velikaya e Yana Egorian, ritrovata ai piani alti dopo una stagione piuttosto anonima.
Classe 97, ventuno anni appena compiuti, e un investimento fatto su di lei da Christian Bauer quando si è trattato di ricostruire la squadra dopo il trionfo di Rio.E la giovane figlia d’arte ha ripagato con moneta sonante il ct, con il picco di oggi, con il capolavoro in finale contro un mostro sacro come la Velikaya, che dopo aver fermato la Egorian in semifinale, già pregustava il terzo alloro iridato e che invece ha dovuto stringere la mano alla giovane allieva dopo una sconfitta indigesta e con un’espressione sul viso che era tutto un programma. Ma oggi la giovane russa ha fatto davvero tutto molto bene, con un atteggiamento sfrontato e senza complessi anche al cospetto di un monumento assoluto della scherma russa e Mondiale: è partita forte, ha gestito bene il tentativo di ritorno della Velikaya e, quando si è trattato di mettere la chiosa finale, ha tremato il giusto e trovando con freddezza il guizzo vincente.
Delusione e amarezza per quello che avrebbe potuto essere e invece non è stato, invece, in Casa Italia. Davvero opaca la giornata della sciabola italiana al femminile, fuori dal podio come i colleghi maschi e con il grosso rammarico di un’occasione ghiotta di andare a medaglie tramutatasi in una serie di cocenti eliminazioni. Immediate quelle di Rossella Gregorio e Loreta Gulotta, agli ottavi di finale quelle di Martina Criscio e Irene Vecchi. E il sapore amaro in bocca non può che essere acuito dall’eliminazione precoce di una della favorite della vigilia, ovvero Olga Kharlan, stesa dalla cinese Shao Yaqi che avrebbe aperto le porte a un possibile incrocio proprio fra la Criscio e la Vecchi: troppo tardiva per quanto esaltante, invece, la rimonta di Martina contro la stessa Shao; letale, invece, nel suo rientro Sofya Pozdinakova che, sotto 7-12, piazza il parziale di 8-0 che ribalta le sorti del match contro la livornese.
Il resto, è storia di un’ordinaria giornata di follia schermistica e di una gara pazza in cui tutte le grandi favorite della vigilia salutano la compagnia con largo anticipo. Olga Kharlan, ma non solo perchè nel corso degli si perdono via per strada Manon Brunet, Anna Marton, Bianca Pascu e Cecilia Berder – l’unica davvero sfortunata a rimbalzare sul muro chiamato Sofya Velikaya – in calderone infernale da cui emergono le tre russe e l’americana Anne-Elizabeth Stone, che al colpo di reni nega la medaglia alla giovane greca Gkountoura prima di accomodarsi sul terzo gradino del podio.
Classifica – 1. Pozdniakova (Rus), 2. Velikaya (Rus), 3. Egorian (Rus), 3. Stone (Usa), 5. Berder (Fra), 6. Qian (Chn), 7. Shao (Chn), 8. Gkountoura (Gre)
Twitter: agenna85
Fotografia Augusto Bizzi