Spada femminile: Stati Uniti nella storia, l’Europa resta a guardare

La Holmes firma la prima storica medaglia americana, battuta la Corea. Terzo posto per le padrone di casa. Nessuna Europea sul podio

 

Riscrivere la storia, questa volta facendo le cose ancora più in grande. Dalla prima vittoria in Coppa del Mondo, non più tardi di due mesi fa a Dubai, al titolo iridato il passo è stato molto breve per le spadiste statunitensi. E mentre l’Europa resta a guardare, spinta fuori dal podio dalla marea che viene da Oltreoceano e dalla lontana Asia, la spada femminile accoglie le sue nuove regine.

C’è il guizzo di Katherine Holmes a firmare alla priorità il trionfo suo e delle compagne (Courtney Hurley, Kelley Hurley e Amanda Sirico) al termine di una finale tattica, fra due formazioni – Stati Uniti e Corea – dominate dalla tensione e dalla preoccupazione di non gettare alle ortiche un’occasione unica di poter salire per la prima volta nella storia sul gradino più alto del podio. Lo testimonia la ricerca spasmodica della passività – soprattutto da parte americana – il punteggio bassissimo (18-17 il finale) ma anche le lacrime di tensione del bronzo individuale Hurley al momento di dare il cambio alla compagna dopo il suo secondo assalto.  Ridono le americane, piangono amaro le coreane, che fino a quindici secondi dalla fine del match, avevano in pugno l’oro. Prima della mezza follia di Choi Injeong, che indietreggia senza dare occhi al gps e finisce con entrambi i piedi fuori dalla pedana, regalando alle americane il pareggio e la possibilità di giocarsi l’oro alla priorità.

Il resto è storia nota, con la Cina a completare un podio in cui non è presente l’Europa: ci va più vicino di tutte la Russia, che si deve però accontentare del quarto posto, mentre l’Estonia campionessa in carica esce di scena ai quarti di finale battuta proprio da chi, qualche ora dopo, l’avrebbe seguita nell’albo d’oro. Letta con il senno di poi, una sconfitta che sa del più classico dei passaggi di consegne.

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Fotografia Augusto Bizzi