Sette medaglie totali, quattro ori e tante certezze. L’Italia padrona del medagliere a Wuxi. Il bilancio del Mondiale cinese.
Cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia. La proprietà commutativa delle addizioni la insegnano alle elementari: è un concetto semplice e lineare, che trova migliaia di applicazioni pratiche. Prendete ad esempio il bilancio della scherma azzurra dopo il Mondiale a Wuxi: quattro ori, come l’anno scorso a Lipsia. Ma se allora furono le gare a squadre a fare la parte del leone con tre ori contro il solo (Paolo Pizzo nella spada maschile) individuale, in Cina i dati si sono ribaltati grazie ai centri di Mara Navarria, Alice Volpi e Alessio Foconi, ma a non cambiare è stato il risultato finale: Italia prima nel medagliere finale, esattamente come a Lipsia 2017.
Una certezza non da poco, nel Mondiale in cui ben 14 nazioni sono andate a podio, in cui sempre più nuove scuole stanno emergendo e alcune storiche – parliamo in particolare della Russia, rimasta a secco clamorosamente nel fioretto femminile e tenuta a galla dalla sciabola – hanno reso sotto le aspettative. «L’Italia negli appuntamenti che contano c’è sempre» ama ripetere Andrea Cipressa, e i fatti ancora una volta gli hanno dato ragione: lo ha sancito il dominio del fioretto, che ha portato in dote tre dei quattro metalli più preziosi oltre all’argento delle ragazze nella prova a squadre e al bronzo individuale di Arianna Errigo; lo ha certificato la solidità del quartetto di sciabola maschile, battuto solo dalla squadra al momento più forte in circolazione ma capace di spaventare sul finale i coreani.
PAESE | O | A | B | TOTALE |
ITALIA | 4 | 2 | 1 | 7 |
Corea del Sud | 2 | 2 | 3 | 7 |
Usa | 2 | 2 | 2 | 6 |
Francia | 2 | 1 | 1 | 4 |
Russia | 1 | 2 | 4 | 7 |
Svizzera | 1 | 0 | 1 | 2 |
Venezuela | 0 | 1 | 0 | 1 |
Romania | 0 | 1 | 0 | 1 |
Gran Bretagna | 0 | 1 | 0 | 1 |
Ucraina | 0 | 0 | 2 | 2 |
Tunisia | 0 | 0 | 1 | 1 |
Spagna | 0 | 0 | 1 | 1 |
Cina | 0 | 0 | 1 | 1 |
Ungheria | 0 | 0 | 1 | 1 |
In mezzo a tante luci, c’è però spazio anche per qualche piccola ombra: fra le spadiste, Rossella Fiamingo non è riuscita ad andare oltre il tabellone delle 32, sbagliando per il secondo anno di fila quel tipo di gare che una volta erano il suo pane e in cui si esaltava. E nemmeno a squadre è arrivato il giusto riscatto, con le azzurre che non hanno potuto nemmeno avere il pieno apporto da una Mara Navarria uscita affaticata dalla trionfale prova individuale e frenata da qualche noia muscolare.
E poi c’è lo zero alla voce medaglie per spadisti e sciabolatrici, anche se sarebbe ovviamente superficiale fermarsi al freddo numero. Da una parte, la prova individuale di sciabola femminile sa inevitabilmente di occasione perduta, per un tabellone che, vista la moria di big nei primi turni, si era fatto decisamente interessante, soprattutto per Irene Vecchi e Martina Criscio che, fuori Olga Kharlan, avevano la possibilità di incrociarsi ai quarti e prenotare una medaglia; dall’altra, invece, c’è lo zampino della maledetta sfortuna nel quarto posto a squadre. L’entusiasmante rimonta contro la Russia meritava ben altra sorte che non un’amara sconfitta per 45-44, a maggior ragione dopo che Rossella Gregorio era riuscita a risalire dal 40-44 al 44-44.
Non molto fortunati nemmeno gli spadisti: un derby al tabellone dei 64 ha tolto subito dalla gara Enrico Garozzo, mentre Paolo Pizzo, pur mettendoci la sua solita quantità di garra, ha dovuto comunque fare i conti con una condizione di forma per forza di cose non ottimale dopo il lungo stop per infortunio. E poi i tanti stop per una sola stoccata, compresa quella che ha lanciato gli svizzeri verso il titolo a squadre e fermato gli azzurri ai quarti di finale.
Piccoli dettagli su cui lavorare. Per ripartire alla grande nella prossima stagione, cruciale in vista di Tokyo 2020: da aprile si fa sul serio, con la qualifica Olimpica. E poi la lunga volata verso il Giappone con stop intermedio a Budapest nel luglio 2019, con pochi dubbi ma una grande certezza, vergata a caratteri cubitali da Andrea Cipressa: quando il gioco si fa duro e le medaglie in palio sono quelle pesanti, si dovrà sempre fare i conti con l’Italia.
Twitter: agenna85
Fotografia Augusto Bizzi