Volpi, Foconi e Navarria. Ma anche Borel, Podzniakova e Kim. E la storia fatta dalle americane. Ai Mondiali di Wuxi tante prime volte.
Se è vero, come recita l’adagio popolare, che la prima volta non si scorda mai, allora facilmente in tanti non dimenticheranno facilmente Wuxi e il primo Mondiale cinese della storia. Sui dodici titoli assegnati sulle sponde del Fiume Azzurro, infatti, ben nove hanno rappresentato una prima volta. Sapori e significati diversi per ciascuno dei protagonisti delle imprese, che sia il coronamento di un lungo inseguimento,di una carriera, l’ingresso nella storia o la nascita di una potenziale, futura stella delle pedane.
Sono tutte dolcissime prime volte le medaglie individuali azzurre: il talento finalmente esploso di Alice Volpi, consacrazione e rivincita dopo l’amarezza di Lipsia per uno accarezzato e sfuggito crudelmente per una sola stoccata; la perseveranza di Alessio Foconi, arrivato tardi sul proscenio che conta e che ora sta riscuotendo tutto quanto aveva seminato in anni e anni di duro lavoro portato avanti senza mollare di un centimetro laddove altri avrebbero già mollato tutto; la cavalcata meravigliosa di Mamma Mara Navarria, che a 33 anni si toglie la soddisfazione più grande al termine della sua miglior stagione, dopo essere ripartita al seguito della delusione per la mancata qualificazione a Rio e la dolorosa perdita dell’amato Maestro Oleg.
Ma anche all’estero, sono stati tanti i protagonisti della loro prima volta: è un doppio tuffo nella storia quello che fanno le spadiste e le fiorettiste degli Stati Uniti, medaglia d’oro nelle rispettive gare a squadre. Mai, prima di Wuxi 2018 e dell’impresa firmata dalla sorelle Courtney e Kelley Hurley con la collaborazione di Amanda Sirico e le firme decisive di Kat Holmes, la spada americana aveva vinto il metallo più pregiato con la propria squadra di spadiste, con tanto di Coppa del Mondo a ricco corollario; come inedita è stata l’impresa firmata da Lee Kiefer, Nzingha Prescod, Nicole Ross e Margaret Lu, resa ancora più preziosa dallo scalpo sul Dream Team azzurro.
Storica è anche la prima volta della Svizzera, mai a bersaglio nella gara iridata di spada maschile, mentre i titoli di Kim Junghwan nella sciabola maschile e di Yannick Borel nella spada hanno tutto il gusto di un coronamento a un lungo inseguimento: ci è arrivato a 34 anni il coreano, dopo un bronzo Olimpico a Rio; ha esteso il suo regno personale il francese, che sino a Wuxi aveva vinto, individualmente, solo (si fa per dire) tre titoli Europei. E, per restare in tema Francia, se ovviamente non è una prima volta assoluta per la nazionale transalpina di sciabola femminile, lo è per un gruppo che da quattro anni ormai lotta al vertice e che, dopo tante delusioni, si prende il titolo a squadre.
A chiudere la nostra carrellata, l’oro di Sofya Podzniakova nella sciabola femminile individuale. Difficile pronosticarla alla vigilia del Mondiale, ma la stoffa (e il cognome) sono quelli giusti per poter provare, chissà, a mettersi sulle orme di papà. Sarà il tempo a dirlo, ma intanto il nome dei Podzniakov torna a fare la propria comparsa sull’albo d’oro di un Mondiale di scherma. E a nobilitare ancora di più il bellissimo club delle prime volte.
Twitter: agenna85
Fotografia Augusto Bizzi