Azzurri impeccabili, battuta l’Ungheria in finale. Medaglia numero 11 per l’Italia dei Cadetti. Bronzo per la Russia.
Dagli All Blacks del rugby agli All Whites della spada maschile il passo è molto più breve che non i diecimila chilometri e moneta che separano la Nuova Zelanda dall’Italia. E non solo per la citazione della Ka Mate! presa in prestito dagli spadisti Cadetti per il loro grido di guerra prima di ogni assalto. Come la più titolata squadra del Mondo, il quartetto fresco campione d’Europa si dimostra blocco solido e con quattro potenziali titolari, ciascuno pronto a entrare e dare il proprio contributo.
E se la firma sul titolo a squadre Cadetti è formalmente di Filippo Armaleo – sua infatti la botta del 45-34 contro l’Ungheria che certifica il successo finale – dietro c’è il lavoro e il contributo di tutti e quattro i componenti del quartetto: del duo Simone Mencarelli e Dario Remondini, che il loro talento lo avevano già messo in mostra nella prova individuale chiusa con il bronzo, e da Enrico Piatti, sfortunato nell’incocciare subito Armaleo nel torneo individuale ma oggi protagonista assoluto quando chiamato in causa.
Un percorso lungo ma che quasi mai ha presentato difficoltà per gli azzurri, che hanno cominciato la loro scalata con le vittorie su Israele e Gran Bretagna prima di guadagnarsi a spese della Polonia (poi battuta anche nella finalina per il terzo posto, appannaggio della Russia) il pass per la finalissima contro l’Ungheria. Un match aggredito fin da subito con il giusto piglio, scavando lentamente e senza strappi al motore il tesoretto che ha permesso a Filippo Armaleo di approcciare all’ultima frazione con una certa tranquillità, quantificata nel +5 segnato dal tabellone al momento di legarsi al rullo. Al genovese il compito di portare il testimone al traguardo, assolto senza particolari patemi e anzi allungando. Prima del colpo doppio che chiude ogni comunicazione e dà il via alla festa dell’Italia.
Twitter: agenna85
Fotografia Bizzi Team