Tanti ospiti per la serata di celebrazione dei 100 anni dalla nascita di Edoardo Mangiarotti.
Voleva una festa, più che una classica celebrazione, Carola Mangiarotti. E così è stato ieri sera a Milano, presso la prestigiosa Sala Dino Buzzati di RCS. «Una serata scapigliata», nelle azzeccate parole del direttore della Gazzetta dello Sport, che ha riunito la grande famiglia della scherma azzurra nel ricordo di uno dei suoi più grandi rappresentanti nel centenario della sua nascita.
Un lascito, quello di Edoardo Mangiarotti, scomparso nel 2012 ancora ben presente nei tanti amici che hanno voluto presenziare al Mangiarotti Day: da chi, come Irene Camber, Giancarlo Bergamini e Gianluigi Saccaro, con il Re di Spade ha condiviso le vittorie in pedana a chi ne ha raccolto l’eredità di trionfi Olimpici e Mondiali – Valentina Vezzali in primis ma anche Marco Fichera, ultimo spadista italiano assieme ai compagni di squadra Enrico Garozzo, Paolo Pizzo e Andrea Santarelli ad aver messo a referto una medaglia olimpica- per chiudersi idealmente con i giovani allievi del Circolo della Spada che porta il suo nome, ponte verso un futuro che possa portare ancora tanti successi portando avanti il nome di Mangiarotti.
Fra i presenti, anche il Presidente del Coni Giovanni Malagò che, fra i tanti impegni per la candidatura Olimpica di Milano e Cortina a città ospitante dei Giochi Invernali 2026, si è ritagliato uno spazio per intervenire nella sala Buzzati: «Dedicheremo a lui la giornata del 16 aprile, quando, prima dei lavori della Giunta CONI, intitoleremo ad Edoardo Mangiarotti la struttura più bella dell’intero complesso del Foro Italico: la Sala delle Armi, ex Aula bunker che diventerà la Sala “Mangiarotti”. E’ il minimo che lo sport italiano possa fare nel ricordare l’atleta più vincente di sempre» ha detto lo stesso Malagò.
La serata è scorsa via all’insegna del ricordo della figura di Edoardo non solo come atleta plurititolato, ma anche e soprattutto come Uomo di Sport, capace di vivere di scherma fino agli ultimi giorni della sua vita, emozionandosi fino alle lacrime per le vittorie degli azzurri o riprendendo vigorosamente qualche atleta che, a suo modo di vedere, tirava in maniera poco ortodossa.
Un ricordo doveroso, infine, al Mangiarotti giornalista, inviato/atleta a Helsinki capace di fulminare il Direttore della Gazzetta dello Sport (un certo Gianni Brera), che lo aveva rimproverato per il ritardo con cui il pezzo sulla gara era arrivato in redazione, in questo modo: «Prima di scriverla, l’ho dovuta vincere questa medaglia!»
Twitter: agenna85