In un’intervista concessa al Corriere dello Sport, l’azzurra spiega le sue ragioni e l’intenzione di non mollare la doppia arma.
«Ho rincorso la doppia convocazione per tre anni, ce l’ho fatta: ora non possono togliermi il giocattolo». Rompe il silenzio, Arianna Errigo, dopo mesi di silenzio e una snervate querelle con la Federazione che ancora non sembra vedere la luce in fondo a un tunnel fatto di botte e risposte, avvocati e carte bollate. Sceglie le colonne del Corriere dello Sport la muggiorese, per raccontare la sua versione dei fatti mentre a Tirrenia prepara, assieme alle compagne, la prova di Coppa del Mondo di fioretto del primo week-end di maggio a Tauber. E per confermare, qualora ce ne fosse bisogno, quale è la sua intenzione.
«Non sto rubando niente e me lo sto meritando in pedana» continua Arianna, che si appella anche al fatto che non c’è alcun regolamento che vieta espressamente ciò che lei sta tentando «Nel fioretto sono la numero 4 al Mondo e nella sciabola sono la seconda migliore delle italiane (nel ranking mondiale occupa attualmente la posizione 46, ndr) se si guardano i risultati da inizio anno: il mio obiettivo è arrivare in Giappone con il fioretto e la sciabola». Inoltre, sempre a detta della due volte campionessa del Mondo di fioretto, non ci sarebbero problemi di sorta con le compagne di squadra dell’una e dell’altra arma, tutt’altro: «La squadra di sciabola mi ha accolto alla grande e mi ha dedicato persino un inno prima degli assalti […] Nemmeno con il fioretto ho avuto problemi nelle ultime stagioni: anzi, quando ero fuori squadra, erano le mie stesse compagne a chiamarmi per chiedermi se avessi rinunciato io alla gara a squadre».
Quindi la Errigo spiega come si è arrivati al muro contro muro con la Federazione, culminato con l’esclusione dalla lista delle iscritte al Grand Prix di sciabola in programma questo week-end a Seul: «Nell’ultimatum mandatomi dal presidente in autunno, c’era scritto che i ct avrebbero tenuto conto che avrei tentato la doppia qualifica. Poi, le carte in tavola sono cambiate e ci sono rimasta molto male, perché in questa sfida ho investito tre anni. Loro non vogliono fare passi indietro, ma nemmeno io».
Ingoiata suo malgrado (e con coda di ricorso all’avvocato) l’esclusione dal Grand Prix coreano – «Ero già d’accordo con entrambi i ct. Sirovich ormai mi vuole in squadra e di questo sono contenta, Cipressa mi ha detto di non preoccuparmi. […] Non mi meritavo un’esclusione così, perché ho sempre rappresentato l’Italia al meglio e sto tentando una sfida unica» – Arianna guarda dritto a un futuro che nell’immediato si chiama Tauber ma continuando anche ad allenarsi con la sciabola in vista della gara di Tunisi, lasciando che sia il suo legale ad occuparsi di portare avanti il braccio di ferro con la Federazione. Lei invece tornerà a caricare a testa bassa facendo parlare le pedane, sulle orme di un sogno che non vuole riporre nel cassetto ora che le basi per realizzarlo erano, pezzo dopo pezzo, andate al loro posto.
Twitter: agenna85
Fotografia Bizzi