Dusseldorf, spunti e bilanci in chiave azzurra dell’Europeo

Dieci medaglie complessive, tante luci ma anche qualche dettaglio da limare in vista di Budapest. Il bilancio azzurro degli Europei 2019.

 

Placatasi la buriana degli eventi agonistici e calato il sipario anche su una nuova edizione dei Campionati Europei, in casa Italia si può ora passare ad analizzare quello che è andato e quello che non è andato sulle pedane tedesche. E se per fare i calcoli in chiave olimpica è comunque molto presto, dal momento che per ora sono state disputate una sola tappa di Coppa del Mondo e per l’appunto gli Europei – in attesa inoltre che anche le altre zone disputino i loro campionati – di certo dalla sei giorni di Dusseldorf si possono trarre interessanti spunti su cosa ha funzionato e cosa meno nella kermesse europea.

Fioretto locomotiva d’Italia– Due ori, due argenti, sei bronzi. E un +2 rispetto allo scorso Europeo di Novi Sad, con il quale peraltro ci sono tante affinità. Come l’anno scorso tutte le armi sono andate a medaglia, come l’anno scorso la parte del leone l’ha fatta il fioretto con sei medaglie. E, ulteriore elemento di parallelismo, proprio l’arma di ct Cipressa ha portato a casa gli ori: merito di Alessio Foconi, che ormai difficilmente sbaglia un colpo anche nei grandi appuntamenti ed è a pieno titolo il fiorettista più forte attualmente in circolazione, e di Elisa Di Francisca, all’ennesima certificazione del suo status di fuoriclasse. A completare il raccolto, l’argento di Daniele Garozzo, il bronzo di Alice Volpi e il doppio bronzo a squadre.

Tutte le armi a medaglia – Al bottino finale hanno contribuito comunque tutte e tre le armi: la spada ha portato in dote la doppia medaglia individuale di Andrea Santarelli ed Enrico Garozzo ma soprattutto l’ottimo bronzo delle spadiste nella prova a squadre. Un pochino sottotono la sciabola, che comunque porta a casa il bronzo a squadre del quartetto maschile.

La personalità di Federica Isola – Nella prova individuale si è forse fatta tradire dalla tensione per l’esordio all’Europeo Assoluto, dove arrivava coi riflettori puntati dopo la stagione da dominatrice fra le Giovani e il titolo Assoluto a Palermo. Ma nella prova a squadre Federica Isola ha reagito da grande campionessa, tirando da protagonista tutti gli assalti di giornata e dimostrando una personalità (e un piglio da veterana) decisamente invidiabile per una ragazza così giovane. Promossa a pieni voti.

Sin qui quello che ha funzionato, gli elementi positivi da cui ripartire nei giorni che separano dall’inizio dei Mondiali di Budapest. Ma fra gli appunti presi dai ct a Dusseldorf figura sicuramente qualche dettaglio da limare e da sistemare in vista dell’importante appuntamento in terra ungherese. Ad esempio sulla chimica di squadra delle fiorettiste (peraltro rallentate anche da qualche acciacco e malanno assortito che non ha risparmiato nessuna delle protagoniste), che in Germania hanno tirato con una formazione nuova e sono sembrate faticare, soprattutto nella semifinale nettamente persa contro la Russia. Qualcosina da rivedere anche al maschile, soprattutto per qualche calo di tensione da evitare.

Come lo scorso anno a Novi Sad, la sciabola ha reso ancora al di sotto delle potenzialità degli elementi a disposizione di Sirovich. All’individuale sono arrivati i piazzamenti in finale a otto di Irene Vecchi ed Enrico Berrè, mentre a squadre entrambi i quartetti hanno faticato più del previsto.

Chiusura dedicata alla spada, dove la delusione è arrivata dalla gara a squadre maschile: la tattica, di solito redditizia, di tenere gli assalti a punteggio basso questa volta non ha pagato dividendi, soprattutto nel match contro l’Ungheria. Il quinto posto finale, tuttavia, è comunque un elemento da cui ripartire nel complesso cammino di caccia al pass per Tokyo: a Budapest servirà ben altra gara, sperando nel frattempo in qualche bella notizia sul fronte Marco Fichera, che da tanto tempo si trascina dietro fastidiosi guai fisici che sono tutt’altro d’aiuto, a maggior ragione in una fase cruciale della stagione come questa.

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Fotografia Bizzi