Quella del 2019 sarà la sesta edizione dei Mondiali di scherma disputati nella Capitale dell’Ungheria. La prima volta fu nel 1959, l’ultima nel 2013.
Un appuntamento che si rinnova per la sesta volta nella storia. Budapest attende ancora una volta il gotha della scherma Mondiale e si prepara a mettere in palio sulle proprie pedane non solo le pregiate medaglie iridate, ma anche e soprattutto il suo prezioso carico di punti in ottica qualificativa verso Tokyo 2020. In attesa di conoscere l’identità dei nuovi Campioni (e Campionesse) del Mondo che andranno a scrivere una nuova pagina del libro della storia della scherma, saliamo a bordo di un’ideale macchina del tempo e torniamo a ritroso per ripercorrere quanto accaduto nelle cinque edizioni sin qui disputate in riva al Danubio.
1959, Budapest atto primo
La prima volta fu nel 1959. Tredici giorni di gare, durante i quali vennero messi in palio 6 titoli maschili (individuali e a squadre di tutte e tre le armi) e 2 femminili, con le donne che si contesero le medaglie nelle sole competizioni di fioretto. A monopolizzare la scena, furono le grandi potenze dell’Est Europa: Unione Sovietica, Ungheria e Polonia fecero man bassa di vittorie, mentre fra le stelle di quella edizione vi fu il britannico Allan Jay, poliedrico schermidore che si prese l’oro nel fioretto e l’argento nella spada.
Da dimenticare, invece, la partecipazione italiana: la delegazione azzurra, infatti, chiuse con la sola medaglia di bronzo di Giuseppe Delfino nella spada e ben magra consolazione fu il fatto che nemmeno gli acerrimi rivali della Francia se la cavarono sì meglio – un argento individuale grazie a Claude Netter nel fioretto maschile e un bronzo a squadre nella spada maschile).
Budapest 1959 – Il medagliere finale
Posizione | Nazione | ![]() |
![]() |
![]() |
Totale |
---|---|---|---|---|---|
1 | ![]() |
3 | 3 | 3 | 9 |
2 | ![]() |
3 | 2 | 1 | 6 |
3 | ![]() |
1 | 1 | 0 | 2 |
4 | ![]() |
1 | 0 | 1 | 2 |
5 | ![]() |
0 | 1 | 1 | 2 |
![]() |
0 | 1 | 1 | 2 | |
7 | ![]() |
0 | 0 | 1 | 1 |
Totale | 8 | 8 | 8 | 24 |
1975, Budapest è ancora stregata per l’Italia
Non più ricca di gioie fu, per l’Italia, l’edizione 1975. E se ancora una volta a dominare il medagliere fu l’Unione Sovietica, gli azzurri si dovettero accontentare della sola medaglia di bronzo vinta dai fiorettisti nella prova a squadre grazie a Carlo Montano, Stefano Simoncelli – papà di Luca, compagno e Maestro di Arianna Errigo – Nicola Granieri e Giovanni Battista Coletti. Alla Svezia andò l’oro nella spada maschile a squadre, fece bene la Romania mentre i padroni di casa rimasero a secco di ori centrando però 2 argenti e 4 bronzi.
Budapest 1975 – Il medagliere finale
Posizione | Nazione | ![]() |
![]() |
![]() |
Totale |
---|---|---|---|---|---|
1 | ![]() |
3 | 3 | 1 | 7 |
2 | ![]() |
2 | 1 | 0 | 3 |
3 | ![]() |
1 | 1 | 0 | 2 |
4 | ![]() |
1 | 0 | 2 | 3 |
5 | ![]() |
1 | 0 | 0 | 1 |
6 | ![]() |
0 | 2 | 4 | 6 |
7 | ![]() |
0 | 1 | 0 | 1 |
8 | ![]() |
0 | 0 | 1 | 1 |
Totale | 8 | 8 | 8 | 24 |
1991, l’esplosione di Giovanna Trillini e del Dream Team azzurro
Finalmente, al terzo passaggio del Mondiale nella Capitale Ungherese, il Danubio comincia a essere meno ostile per i colori azzurri. Il merito è tutto di Giovanna Trillini e delle fiorettiste italiane, che fanno doppietta fra individuale e gara a squadre, di fatto dando il là a una delle epopee più vincenti della storia (raccontata anche in un libro di recente uscita a firma Gianmario Bonzi). Un percorso, quello della allora ventunenne atleta jesina allieva di Enzo Triccoli, tutt’altro che facile, cominciato da una brutta fase a gironi che l’avevano portata dritta nelle fauci della campionessa Olimpica in carica Anja Fichtel già ai trentaduesimi di finale; il rischio di una precoce eliminazione già contro la tedesca, la sconfitta al successivo turno contro Olga Velichko, la trafila dei ripescaggi, la marcia giusta ingranata fino al trionfo contro la romena Grigorescu.
Messo in archivio l’oro individuale, per la Trillini sarebbe poi arrivato anche l’oro a squadre conquistato assieme a Diana Bianchedi, Margherita Zalaffi, Francesca Bortolozzi e Dorina Vaccaroni. L’edizione del 1991 fu storica per la scherma perché, per la prima volta, il terzo gradino del podio venne allargato a due atleti, aumentando così il numero di medaglie assegnate. Inoltre, da due edizioni si era aggiunta al programma di gare anche la spada femminile, portando così a 4 il numero di medaglie assegnate alle donne. In quel caso, l’arma non convenzionale fu affare completamente ungherese tanto a livello individuale quanto a squadre.
Budapest 1991 – Il medagliere finale
Posizione | Nazione | ![]() |
![]() |
![]() |
Totale |
---|---|---|---|---|---|
1 | ![]() |
3 | 2 | 5 | 10 |
2 | ![]() |
3 | 1 | 3 | 7 |
3 | ![]() |
2 | 0 | 0 | 2 |
4 | ![]() |
1 | 4 | 4 | 9 |
5 | ![]() |
1 | 0 | 0 | 1 |
6 | ![]() |
0 | 2 | 3 | 5 |
7 | ![]() |
0 | 1 | 0 | 1 |
Totale | 10 | 10 | 15 | 35 |
2000, il “mundialito” della sciabola femminile
L’assenza della sciabola femminile dal programma Olimpico di Sidney 2000 (sarebbe diventata disciplina a Cinque Cerchi solo da Atene 2004), porta ancora alla ribalta Budapest come sede iridata. In realtà più un “Mundialito”, con solo appunto le gare di sciabola femminile: all’individuale vince l’azera Jelena Jemaeva su Ilaria Bianco, mentre la prova a squadre fu vinta dagli Stati Uniti nel cui terzetto era presente una allora quindicenne Mariel Zagunis. Ne avremmo risentito parlare…
L’Italia chiuse quell’edizione con due argenti, perché fu seconda anche nella prova a squadre: a comporre il quartetto, oltre alla già citata Ilaria Bianco, anche Anna Ferraro, Alessia Tognolli (oggi stimato arbitro internazionale di scherma paralimpica) e Gioia Marzocca.
Budapest 2000 – Il medagliere finale
Posizione | Nazione | ![]() |
![]() |
![]() |
Totale |
---|---|---|---|---|---|
1 | ![]() |
1 | 0 | 0 | 1 |
![]() |
1 | 0 | 0 | 1 | |
3 | ![]() |
0 | 2 | 0 | 2 |
4 | ![]() |
0 | 0 | 2 | 2 |
5 | ![]() |
0 | 0 | 1 | 1 |
Totale | 2 | 2 | 3 | 7 |
Budapest 2013, l’inizio di un nuovo ciclo Olimpico
Tocca ancora a Budapest inaugurare il ciclo di Mondiali che da Londra 2012 portano la scherma verso una nuova avventura Olimpica. Come nel 1991, c’è la forte impronta del fioretto femminile sulle fortune dell’Italia. Arianna Errigo, argento l’anno prima nella storica giornata della tripletta azzurra a Londra, questa volta sbaraglia la concorrenza e centra il suo primo titolo Mondiale prima di fare il bis a squadre assieme ad Elisa Di Francisca, Carolina Erba e a Valentina Vezzali, al rientro lampo dopo la seconda maternità. Ma anche i colleghi maschi non sono da meno: il quartetto composto da Valerio Aspromonte, Giorgio Avola, Andrea Baldini e Andrea Cassarà, campioni Olimpici in carica, battono in finale gli Stati Uniti e regalano ad Andrea Cipressa il primo dei quattro successi conquistati da ct.
Il Mondiale 2013 racconta però altro: c’è l’esplosione definitiva di Olga Kharlan, al suo primo titolo Mondiale nella sciabola femminile; la giornata storica dell’Estonia, che nel giro di pochi minuti fa doppio oro nella spada maschile (Nikolaj Novosjolov) e femminile (Julia Beljajeva); le medaglie azzurre di Valerio Aspromonte e Irene Vecchi.
Fra una ventina di giorni si riapriranno le porte di un nuovo Mondiale, peraltro nello stesso luogo di gara di sei anni fa. Un altro avvincente capitolo della storia d’amore fra Budapest e i Campionati Mondiali di scherma è pronto per essere scritto.
Budapest 2013 – Il medagliere finale
Pos. | Nazione | ![]() |
![]() |
![]() |
Totale |
---|---|---|---|---|---|
1 | ![]() |
3 | 5 | 3 | 11 |
2 | ![]() |
3 | 0 | 3 | 6 |
3 | ![]() |
2 | 1 | 1 | 4 |
4 | ![]() |
2 | 0 | 0 | 2 |
5 | ![]() |
1 | 1 | 1 | 3 |
7 | ![]() |
1 | 0 | 2 | 3 |
8 | ![]() |
0 | 1 | 2 | 3 |
![]() |
0 | 1 | 2 | 3 | |
10 | ![]() |
0 | 1 | 1 | 2 |
11 | ![]() |
0 | 1 | 0 | 1 |
![]() |
0 | 1 | 0 | 1 | |
13 | ![]() |
0 | 0 | 2 | 2 |
14 | ![]() |
0 | 0 | 1 | 1 |
Totale | 12 | 12 | 18 | 42 |
Twitter: agenna85
Fotografia Bizzi