La musica ascoltata dagli atleti in gara e nella vita di tutti i giorni. La selezione di Alice Clerici.
La mia relazione con la musica inizia molto presto: mio padre mette sul giradischi “Made in Japan” dei Deep Purple e io comincio a scalciare nella pancia di mia madre finché lei non lo prega di cambiare disco. È diventato il mio album preferito.
A otto anni, due istruttori della mia sala, decisamente stupiti dal mio interesse per quella musica insolita per una bimba, mi regalano un cd masterizzato. La scritta a pennarello indelebile diceva “Nirvana”.
Nella mia cameretta da adolescente ho cominciato a dondolare la testa sulle rime di Eminem, ma nel frattempo mi emozionavo con il cantautorato italiano, tra De Andrè, Guccini e Lucio Battisti, e mi innamoravo dei classicissimi Pink Floyd e Led Zeppelin.
Sono sempre stata fuori dal mio tempo. Sognavo di nascere esattamente nel 1952, per toccare il ’68, vivere Woodstock, godermi i vent’anni negli anni ’70 e avere gli ’80 e i ’90 per mettere (con calma) la testa a posto.
Breve storia triste: vivo nel 2019 e alla radio passano la Trap.
Oh well, whatever, nevermind…
La playlist di Alice
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Foto Bizzi