Bruce Dickinson a Torino, la pubblicità che serviva alla scherma

La presenza del celebre cantante degli Iron Maiden a Torino in veste di commentatore ha acceso le luci della ribalta sulla scherma nel fine settimana del Grand Prix di fioretto. E dato visibilità a questo sport. 

 

Da una parte gli aspetti prettamente agonistici legati al Grand Prix di fioretto, con il podio di Alice Volpi nella gara femminile e il trionfo degli Stati Uniti in quella maschile. Dall’altra l’eco suscitato dalla presenza al PalaAlpitour di Torino di Bruce Dickinson, iconico frontman degli Iron Maiden, in veste di – competente, ça va sans dire, visto il suo passato di atleta di buon livello proprio nel fioretto- commentatore tecnico per la Federazione Internazionale di Scherma.

Dickinson aveva già svolto questo compito in occasione del precedente Grand Prix di spada a Doha, e quindi il fatto che lui fosse a Torino è stata tutt’altro che sorprendente per gli addetti ai lavori, sebbene faccia sempre uno strano effetto trovarsi a pochi centimetri con una leggenda mondiale della musica e poter scambiare con lui quattro battute sulle gare di scherma. Tutt’altro, invece, l’effetto sortito sul pubblico più generalista, al punto che la notizia ha fatto presto il giro del web: dai grandi media generalisti ai tanti siti di musica, fino all’infinita galassia di forum e gruppi di discussione che riuniscono i fan più accaniti dei Maiden non si è parlato di altro, portando alla scherma un positivo impatto in termini di visibilità e pubblicità di cui ha tanto bisogno per provare a rompere quel muro di “sport di nicchia” da cui sembra non riesca a liberarsi.

Perché, alla fine, sempre qui si ritorna: la scherma, per quanto sia uno sport meraviglioso, soffre tremendamente di scarsa visibilità. Ben venga quindi la scelta della Federazione Internazionale di chiamare in causa, per i propri eventi di punta quali sono in Grand Prix,  un personaggio così iconico ed universale come Dickinson.  Con la speranza che ciò possa portare a benefici proprio sotto l’aspetto dell’appeal non solo verso i media ma anche e soprattutto verso una fetta sempre maggiore di pubblico, magari attirando e coinvolgendo quanti – digiuni di scherma – si avvicinano ad essa per ascoltare le cronache del proprio idolo musicale oppure si recano al palazzetto con la speranza di incrociarlo per una fotografia o un autografo.

E chissà che in qualcuno non scatti la folgorazione schermistica e si lasci sempre di più coinvolgere nell’affascinante mondo fatto di fioretti, sciabole e spade…

Twitter: agenna85

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Foto Giovanni Minozzi