In un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, la spadista azzurra parla del suo ritorno in Friuli, terra d’origine. Dove fra natura e famiglia, si prepara per la sfida dell’anno prossimo a Tokyo.
Il Friuli nel cuore, l’Olimpiade di Tokyo nel mirino: Mara Navarria guarda al Giappone e come campo base ha scelto la sua terra d’origine. Da Carlino a Carlino, passando per Roma e Rapallo. E se il Covid ha stravolto i piani di tutti, rimandando di un anno il via ai Giochi, la campionessa del Mondo 2018 ha optato comunque per il ritorno a casa, fra natura incontaminata e vicinanza alla sua famiglia.
E proprio nel giorno in cui sarebbe dovuta essere in pedana a caccia del titolo Olimpico di spada femminile (qui il nuovo calendario della scherma), Mara ha raccontato in un’intervista uscita sull’edizione odierna della Gazzetta dello Sport il senso del suo ritorno alle radici in una fase così delicata della sua carriera agonistica. «Era già previsto che dopo l’Olimpiade di Tokyo tornassi qui» detto la Navarria «dove sono nata e cresciuta, pensando anche a un allargamento della famiglia. Ma il Covid, con il rinvio dei Giochi al prossimo anno, ha rischiato di cambiare i piani».
Alla fine però, la decisione di fare nuovamente armi e bagagli e muovere verso casa è arrivata comunque, di comune accordo con il marito Andrea Lo Coco e il Maestro Roberto Cirillo. L’ASU di Udine è la nuova base in Friuli della Mara Navarria che punta con decisione ai Giochi di Tokyo. E proprio coordinare il lavoro con Cirillo, che vive a Genova, potrebbe essere una delle difficoltà maggiori da affrontare, ma la diretta interessata non sembra scomporsi più di tanto: «Ogni tanto verrà a Udine. Intanto lo sto viziando, gli sto facendo conoscere le tante bellezze della mia regione. Sono convinta che il mio ritorno a casa mi darà tante motivazioni e tante energie. Già mi sento addosso una grande carica. E sono certa che ci metterò pochissimo a trovare l’equilibrio con Roberto anche lavorando a distanza».
Anche riguardo al rinvio dei Giochi di un anno, malgrado la delusione e la preoccupazione iniziale, Mara Navarria preferisce guardare il bicchiere mezzo pieno, soprattutto in ottica gara a squadre: «Non tutti i mali vengono per nuocere: la squadra avrà un anno in più per mettere a posto tutti gli automatismi, possiamo davvero stupire».
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Foto: Mara Navarria/Facebook