Antonio Di Ciolo, un Gigante della scherma

La figura di Antonio Di Ciolo è stata fondamentale per la scherma azzurra ma non solo. Tanto a livello tecnico quanto, soprattutto, umano.

 

Un gigante della scherma. Italiana e non solo. Questo è stato Antonio Di Ciolo, scomparso questa notte all’età di 86 anni. Una vita intera dedicata alla pedana. Anzi, per dirlo con le sue parole prese da un messaggio lasciato lo scorso 3 giugno in occasione dei 111 anni della Federazione Italana Scherma, la sua vita è stata “totalmente annessa e connessa alla Scherma. Ne ho assorbito l’essenza da sempre”. 

La scherma, Di Ciolo, l’ha praticata da ragazzo come sport, apprendendo i primi rudimenti da un altro grande toscano, Oreste Puliti. Le lezioni a Lucca, dove si recava in Vespa accompagnato dallo zio, Rinaldo Giusti. Correva l’anno 1948, l’Italia lentamente stava rialzandosi dalle macerie della guerra mentre nella città della Torre Pendente, dove Antonio Di Ciolo è nato nel 1934, si stavano cominciando a piantare i primi semi di quella che grazie a lui sarebbe diventata una vera e propria scuola vincente.

Diplomatosi maestro nel 1960, inizia a insegnare scherma gratuitamente, per provare a dare una base popolare a uno sport sino a quel momento ritenuto d’elite. Brevetta un suo particolare modo di insegnamento, fuori dalla convenzione, con lezioni di gruppo e una grande importanza data alla preparazione atletica e fisica. Muovendosi in direzione ostinata e contraria rispetto al pensiero tradizionale. Del resto, Di Ciolo è sempre stato un tipo poco amante degli schemi: anarchico, istrionico. Unico. Caratteristiche che hanno fatto di lui uno dei personaggi più amati nel mondo delle pedane, calcate fino all’ultimo, dispensando pillole di tecnica schermistica ma anche tantissimi consigli di vita. Diventando per molti un secondo padre o, nel caso dei più piccolini, un saggio nonno

Tantissimi gli atleti da lui “svezzati”, alcuni dei quali poi sono arrivati alle massime vette vincendo ori ai Mondiali e alle Olimpiadi: Alessandro Puccini, Simone Vanni, “Toti” Sanzo. Ma anche Francesco Martinelli, Ilaria Bianco, Chiara Cini, Martina Batini e Gabriele Cimini.  Iconica, in tal senso, la fotografia scattata sul podio dei Giochi Olimpici di Atene 2004: la squadra italiana (composta da Andrea Cassarà, Salvatore Sanzo e Simone Vanni) esulta assieme allo stesso maestro dopo la conquista dell’oro nella prova a squadre.

Nella sua lunga vita, Antonio Di Ciolo è stato anche maestro della allora nazionale disabili a cavallo fra il 1985 e il 2000. Precursore anche qui, dopo essere stato fra i primi a comprendere la grande importanza, a livello culturale e sociale prima ancora che tecnico.

Twitter: agenna85

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Foto: Augusto Bizzi