Giorgio Scarso traccia il bilancio di 16 anni di presidenza: “Un’avventura straordinaria”

In una videoconferenza alla presenza della stampa, il Presidente della Federazione Italiana Scherma Giorgio Scarso ha tracciato un bilancio dei suoi 16 anni di reggenza. Fra ricordi e nuovi progetti per il futuro.

 

Un’ora e mezzo densa di ricordi e di risposte alle domande poste dai giornalisti intervenuti: così il Presidente Giorgio Scarso ha tracciato, in videoconferenza, il suo personale bilancio dei 16 anni che lo hanno visto alla guida della Federazione Italiana Scherma. Un’avventura da lui stesso definita straordinaria, ricca di soddisfazioni ma anche di casi spinosi con cui confrontarsi.

Un primo pensiero è stato per la  prima Olimpiade vissuta in qualità di Presidente, quella di Pechino, caratterizzata dalle tante medaglie d’oro ma anche dal caso che ha visto suo malgrado coinvolto Andrea Baldini: “l momento più emozionante di questi anni è stato l’esordio olimpico a Pechino 2008 – ha ricordato – invece il caso che ha coinvolto Baldini lo considero il momento più difficile, che non ci ha fatto assaporare a pieno le medaglie conquistate in quella spedizione. Con più dolore ricordo la presentazione della squadra a Casa Italia, eravamo soli, c’è stata una presa di distanza difficile da accettare e anche la stampa mondiale ci era addosso. Se penso invece alle vittorie che mi hanno più stupito devo fare due nomi: Paolo Pizzo, che ha superato un tumore e vinto due titoli mondiali e un argento olimpico e Valentina Vezzali che, dopo la maternità, è tornata con la vittoria al Mondiale di Lipsia. E parlando di Valentina un altro ricordo particolarmente forte è la sua rimonta ai Giochi di Londra 2012, in cui ha dato il massimo di sé conquistando la medaglia di bronzo. Ma anche il riscatto di Andrea Baldini ad Antalya per la giustizia che ha saputo restituire alla scherma italiana”.

Nel corso del suo intervento, il presidente Giorgio Scarso ha parlato anche delle sfide che attendono il suo successore, che verrà scelto domenica fra Paolo Azzi e Michele Maffei. Su tutte, quello di rispondere alla “offensive” di tanti paesi emergenti che, a partire da qualche stagione a questa parte, stanno modificando lo scenario della scherma Mondiale: “Il mondo della scherma è cambiato e lo testimoniano a Londra 2012 l’argento nel fioretto dell’egiziano Abouelkassem e l’oro del venezuelano Limardo nella spada maschile e, a Rio 2016, il bronzo della tunisina Boubakri nel fioretto femminile. E’ il segnale che tanti paesi stanno investendo nella scherma e che ci sono sempre più paesi competitivi. L’Italia dovrà stare attenta. Noi abbiamo grande tradizione e cultura, ma lo scenario è sempre più complesso e stimolante allo stesso tempo. I paesi emergenti puntano sui risultati internazionali con pochi atleti e programmi mirati, noi facciamo crescere un sistema da cui prendiamo il meglio“.

Il Presidente uscente ha voluto anche spiegare i motivi che lo hanno portato a non presentare la candidatura per un ulteriore mandato: “In certi momenti bisogna sapere guardare al futuro. Io ho fatto 16 anni da presidente e 4 da vicepresidente, ho ritenuto opportuno non dare la percezione di essere attaccato alla carica e non svilire questo ruolo. Ho fatto una scelta dettata dall’amore per questa disciplina. Potrò offrire il mio contributo in futuro qualora me lo chiedessero, ma solo per mettermi a servizio della scherma“.

Da ultimo un pensiero sul periodo difficile vissuto dalla scherma causa pandemia. “Domenica abbiamo dato vita a un test event, non potevamo più stare senza competizioni ed è stato emozionante vedere le pedane vissute. Mi è mancato tutto, anche il piacere di stringere la mano al vincitore di una gara. E’ stato un anno difficile, ma abbiamo cercato di stare vicini alle società. La scherma ne esce più coesa che mai.“.

E nel futuro di Giorgo Scarso cosa c’è? Ancora la scherma, ovviamente, e una nuova missione con lo sguardo rivolto alla presidenza della Confederazione Europea: “L’Italia della scherma ha il dovere di esercitare il ruolo che gli viene attribuito da tutti. La Confederazione Europea è nell’orbita russa e io per dare un messaggio ho avanzato la mia candidatura perché voglio che passi il concetto che non si può decidere tutto a Mosca“.

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Foto Bizzi