L’ultima notte del leggendario Ayrton Senna ricostruita da Giorgio Terruzzi. “Suite 200” è il consiglio letterario della settimana per la rubrica “Il Maestro Consiglia”
L’uomo, per natura, tende a voler superare i propri limiti. La storia di Dedalo e Icaro sono l’esempio più lampante: perchè non poter avvicinarsi al sole se si ha il potere di farlo? Sono stati tempo ed evoluzione dei materiali a disposizione dell’uomo a creare ali costruite non più con la cera ma con leghe e fibre ben diverse. Tanto che in poche decadi si è passati dal primo progetto d’aeroplano, all’impronta dell’uomo sulla Luna e ora alle prime immagini da Marte.
È quindi insita nella natura umana la volontà di superare sè stessi. Lo sport coltiva questa mentalità e la porta al suo estremo, sforzando il corpo a tal punto da battere record e sfidare i limiti fisici. Queste due capacità, la volontà di spingersi oltre e l’intelligenza di dare le ali, si sono connesse nei motori. E per motori intendo formula uno e moto Gp. Ma questa storia riguarda un uomo che, come Icaro, ha volato troppo vicino al sole.
Il consiglio della settimana
Ayrton Senna non era un uomo qualsiasi. Era l’emblema della classe, di un’eleganza che spesso si trovava solamente nella linea aereodinamica della macchina che guidava. Rese il mestiere del pilota portatore sano di pazzia e signorilità. Non che le due fasi non potessero convivere, sia chiaro; ma quando il tachimetro segna oltre i 250km/h, l’eleganza passa in secondo piano e lascia il posto al puro dinamismo.
Giorgio Terruzzi racconta nel suo “Suite 200” l’ultima notte di un Senna che, secondo la penna del giornalista e scrittore milanese, aveva percepito che non tutto stava andando come sempre. La morte di Ratzenberger nel pomeriggio delle prove, l’incidente di Barrichello il giorno precedente, lasciavano presagire che non sarebbe stato un San Marino come gli altri.
E qui l’immaginazione lavora, creando una rete di pensieri che il pilota della Williams deve aver fatto in quella suite dell’Hotel Castello. La mente che vagava al fratello, alla moglie, alle corse passate, a quelle future, ai colleghi conosciuti, ai giovani che stavano prendendo velocemente piede, più vicini a ogni curva. Una notte turbolenta, fatta di incubi e ossessioni, come quello per una perfezione che veniva accantonata per dare spazio a una naturalezza estrema.
Proprio questa voglia di dare tutto, sempre, oltre misura, oltre ogni limite umano, ha portato Senna, a volare troppo vicino al sole, restando accecato al pari di Icaro, vedendo le sue ali sciogliersi troppo in fretta. Un maestro della grandezza, di cui sono rimasti vividi e atemporali i ricordi di chi l’ha conosciuto, di chi lo ha preso come modello. Di chi ha imparato a voler andare oltre per poter diventare Magic.
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