Alice Clerici: “Gare e palazzetti cominciavano davvero a mancarmi tanto”

La spadista torinese non vede l’ora di tornare in pedana dopo un anno di stop alle competizioni internazionali. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lei per farci raccontare le sensazioni della vigilia.

 

Arma che vai, stessa sensazione che trovi nei protagonisti: le gare mancano, tantissimo, e con esse i tanti corollari fatti di tensioni e atmosfere che la competizione porta con sé. E Alice Clerici non fa eccezione. Il ritorno in pedana a Kazan si avvicina anche per spadisti e spadiste e anche la torinese portacolori delle Fiamme Oro scalpita per allacciarsi nuovamente al rullo.

Ancora due settimane di attesa, poi anche per lei e le compagne (e i compagni della spada maschile) sarà di nuovo tempo di cimentarsi in una competizione internazionale.

Finalmente si torna in gara! Contenta?

Non vedo l’ora, sarà bellissimo. Anche se credo che sarà una gara stranissima, perché arriva dopo un anno in cui si è stati lontani da tutto e, soprattutto, è l’ultima gara di qualifica Olimpica. La tensione sarà sicuramente altissima, soprattutto per quelle nazionali che ancora si stanno giocando i pass per Tokyo. Ci sono tante incognite, però devo dire che i palazzetti mi mancano e sono super contenta.

Con che sensazioni approcci alla gara?

Io sto bene, mi sto allenando bene, so che il mio lavoro l’ho fatto e vado là con la coscienza a posto perché di fatto non ho mai staccato. Però, come detto, sarà una gara talmente imprevedibile che è inutile fare un pronostico.

Come avete tenuto alta la tensione in questo anno di “limbo”?

Confesso che ci sono stati momenti, anche in palestra, in cui per forza si abbassava un po’ la tensione, ma anche il ritmo di lavoro e il livello di attenzione. Alla fine, non essendoci all’orizzonte un vero obiettivo, l’allenamento rischiava di diventare soltanto una routine. Come si tirassi per automatismi senza però capire cosa succedesse intorno, senza quella attenzione ai dettagli e al contesto che sono fondamentali in una gara di Coppa del Mondo.

Personalmente su cosa avete lavorato assieme al tuo Maestro in questo periodo?

Abbiamo cercato di lavorare su una scherma più fantasiosa e varia. Ma anche studiare nuove soluzioni, studiando anche le potenziali contromosse a una mia mossa. Abbiamo lavorato sul fronteggiare l’imprevisto, diciamo così.

Tu prima hai accennato al fatto che quella di Kazan sarà una gara strana sotto l’aspetto agonistico. Ma anche sotto quello dell’atmosfera, complici le regole nuove anti-contagio, molto cambierà…

Sarà strano anche sotto questo aspetto. Prendi ad esempio l’urlo dopo una stoccata: è una cosa istintiva, non programmata, sarà quasi come andare “contro natura” e devi stare lì anche a pensare di non farlo perché non si può. Potrebbe essere un po’ destabilizzante. Come fai, quando sei in trance agonistica e in fasi calde della gara, a stare lì a pensare anche a non urlare?

Twitter: agenna85

Pianeta Scherma sui socialInstagram, TelegramFacebook

Foto Bizzi