Prestazione super delle sciabolatrici azzurre che però si fermano a una stoccata dalla vittoria. Sorpresa Polonia, terza la Corea che batte la Francia.
Di rabbia, con il cuore e con il talento, a riannodare il filo lasciato interrotto un anno fa ad Atene. Dalla Grecia all’Ungheria passando per il lungo stop per la pandemia, l’Italia della sciabola femminile torna a graffiare a squadre dopo la deludente gara individuale di ieri. Seconda oggi, come seconda un anno fa nell’ultima gara prima del buio.
Una prestazione gagliarda, quella di Michela Battiston – impiegata a lungo da Sirovich e disimpegnatasi tutto sommato positivamente malgrado le difficoltà in finale- Martina Criscio, Rossella Gregorio e Irene Vecchi. A cui è mancato, nel modo più crudele, il coronamento con un successo che il quartetto italiano avrebbe ampiamente meritato. Vince la Polonia, oggi in stato di grazia, capace di far fuori lungo la sua strada verso la gloria dapprima la (rimaneggiata) Russia quindi la Corea del Sud poi terza a scapito della Francia. Vincono le ragazze dell’Est, e lo fanno sprintando sul 45-44, ma la banda Sirovich si consola con una prova assolutamente di livello.
In cui tutte e quattro le ragazze si alternano in azione, vincendo con piglio e autorevolezza assalti sulla carta apparentemente complicati. Non tanto quello contro il “russizzato” Azerbaijan di inizio gara, quanto quelli contro l’Ungheria a caccia di punti per Tokyo e il classico derby con le francesi. Due match che hanno seguito il medesimo copione, dapprima sul filo dell’equilibrio quindi risolti dalle accelerazioni piazzate nei momenti clou dalle azzurre.
E se il risultato finale lascia l’amaro in bocca, dalla trasferta ungherese Giovanni Sirovich può tornare a casa con tante utili indicazioni. Su tutte una: se a Tokyo le ragazze tireranno con questo spirito, sognare in grande non è follia.
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Foto Bizzi