Il più umano fra gli Dei. Per due popoli, quello napoletano e quello argentino, Diego Armando Maradona ha rappresentato una luce nel buio. “Maradona è mio amico” di Marco Ciriello è il libro della settimana nella nostra rubrica “Il Maestro Consiglia”.
Quando da piccoli ci raccontano le favole, diventiamo automaticamente figli del racconto. Dalla storia che ascoltiamo carpiamo tutto, decidendo in quel preciso istante se vogliamo essere l’eroe o l’antieroe, se il Lupo o il Cacciatore, Robin Hood o Re Giovanni, Genio o Jafar. Insomma la nostra indole si sfama già in tenere età di quei primi antipasti, prima di conoscere i miti greci studiati nell’epica.
Zeus o Ade? Teseo o Minotauro? Ulisse o Polifemo? A seconda di come la nostra etica descrive il bene e il male, tendiamo ad affezionarci a questi personaggi. Nello sport questo accade con l’atleta dei nostri sogni, con il fenomeno da emulare, il risultato da raggiungere, il record da battere. E si può farlo, o almeno provarci, sapendo che o si è bianchi o neri, senza sfumature di grigi. O ci si impegna oltremisura o non arriverà mai il risultato.
Ma c’è stato anche chi ha incarnato all’interno della sua mente tanto il Lupo quanto il Cacciatore, tanto Robin Hood quanto Re Giovanni. Un uomo che ha derubato Dio della sua sacralità, portando una manciata di miracoli in un rettangolo verde.
Il consiglio della settimana
Marco Ciriello presenta Maradona come fosse un fratello, un mito sceso dall’Olimpo e trasformatosi in mortale con una divina aurea intorno al piede sinistro. Un figlio dell’ambrosia cresciuto nel popolo, dove la strada era il suo lembo di nube dal quale scendeva solo dopo aver messo la sfera alle spalle del portiere.
In “Maradona è amico mio”, Ciriello analizza con irregolari flashback temporali una carriera che di normale non ha nulla, di umano poco, di divino molto, di incredibile tutto. Maradona è il mito a cui ogni napoletano si ispira, in cui ogni calciatore si immedesima; è il mortale che si è strafatto e allo stesso il sovrumano che ha fatto.
Lo stesso verbo utilizzato in maniera attiva o riflessiva, a seconda dell’anno, riproduce i passi di una vita che Diego ha percorso correndo senza mai fermarsi. Da Villa Fiorito a Napoli, passando per Città del Messico e Barcellona, facendo una piccola fermata a Dubai prima di tornare nuovamente a casa. El barillete cosmico è il ritratto di una popolazione, quella argentina, che è molto vicina a quella italiana e, automaticamente, a quella mondiale. Perchè tutti vorrebbero essere un pò italiani; così come noi italiani vorremmo essere un pò tutti.
E tutti sarebbero voluti essere Maradò.