Astrid Guyart fra le protagoniste di “Faut qu’on parle”, un documentario per affrontare il tabù dell’omosessualità nello sport

La fiorettista francese, assieme ad altre stelle dello sport transalpino, hanno rotto il muro di omertà sulla propria omosessualità nel documentario “Faut qu’on parle” trasmesso su Canal +.

 

Uscire allo scoperto, dichiarando pubblicamente la propria omosessualità in un documentario televisivo, per provare a rompere un tabù che, senza differenza di latitudine, permea lo sport ad alto livello. E, allo stesso tempo, lanciare un salvagente ai tanti atleti e atlete che, per paura, contribuiscono a creare l’omertà che avvolge un ambiente in cui le discriminazioni basate sui gusti sessuali sono all’ordine del giorno.  Una spallata potente quella che arriva dalla Francia grazie a “Faut qu’on parle“, andato in onda sabato scorso su Canal +.

Sei atleti di alto livello si sono confessati a cuore aperto, facendo “coming-out” con l’intento di provare a rompere il tabù dell’omosessualità fra gli sportivi d’elite. Fra quelli che hanno messo voce e volto, anche la fiorettista francese Astrid Guyart, che a Tokyo si appresta a vivere una nuova avventura Olimpica. Assieme a lei hanno parlato  il rugbista Jérémy Clamy-Edroux, il nuotatore Jérémy Stravius,  la cestista Céline Dumerc, il pattinatore Kevin Aymoz e la judoka Amandine Buchard.

 

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“Sentivo il sentimento che lo dovevo fare” ha detto la plurititolata schermitrice transalpina. “Ma non tanto per me, piuttosto per altri atleti che possono così porsi delle domande”. La stessa Guyart, in un messaggio pubblicato tramite il proprio profilo Instagram, si è detta fiera della sua scelta, sperando che possa essere d’aiuto per “spezzare le porte dell’omertà all’interno di club e Federazioni”. E lanciando un appello a educatori e allenatori affinché prestino più attenzione e ascolto ai ragazzi e alle ragazze con cui si trovano a lavorare. Perché anche loro non vivano quel clima di solitudine e discriminazione subito dai sei protagonisti.

Tutti concordi nell’affermare che il momento più duro è stato quello di parlare ai compagni di squadre. Così la Guyart: “È dura rivelare la propria omosessualità quando per dieci anni ascolti battutacce omofobe in allenamento”.

Twitter: agenna85

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Foto: Astrid Guyart/Facebook

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