Bhavani Devi ha messo l’India sulla mappa schermistica olimpica (e non vuole fermarsi qui)

Dall’India a Tokyo passando per Livorno. Bhavani Devi ha messo per la prima volta l’India sulla mappa della scherma Olimpica. E in Giappone punta a scrivere ancora una volta la Storia.

 

 

Un lungo cammino inizia sempre con un piccolo passo. E di strada, fra l’India e Tokyo ce n’è tanta, soprattutto se decidi di praticare come sport la scherma. Chadalavada Anandha Sundhararaman Bhavani Devi il suo posto nella storia se lo è assicurato, a prescindere da quello che accadrà nella giornata del 26 luglio sulle pedane Olimpiche della Makuai Arena. Ha messo l’India, un colosso da 1,3 miliardi di persone, per la prima volta sulla mappa della scherma a Cinque Cerchi.

Apripista in un paese in cui gli sport più in voga sono l’hockey su prato, autentico sport Nazionale, e il cricket, che per pratica popolare sta all’India come il calcio all’Italia. E ora modello ed esempio per tanti ragazze e ragazzi che sulle sue tracce hanno impugnato un’arma e calato la maschera all’inseguimento di Sogni che per quanto possano sembrare troppo grandi possono diventare realtà. E così ecco che all’ultima tappa di Coppa del Mondo di Budapest assieme a lei si sono presentate in pedana per la prova a squadre Diana Devi Thingujama  e Vedika Khushi Ravana. Primi frutti dei semi piantati.

Basta solo fare un piccolo primo passo. Magari dicendo una bugia. Perché la scherma che richiede un grande sacrificio economico, soprattutto nella pratica ad alto livello per la necessità di spostarsi e gareggiare in tutto il Mondo. “Ci era stato detto che la scherma è uno sport molto costoso” ha raccontato la stessa Bhavani Devi al giornale indiano firstpost.com che le ha dedicato un lunghissimo articolo “e che non lo si può affrontare se si proviene da una famiglia povera. Così, quando il mio allenatore mi ha chiesto quanto guadagnasse mio padre, gli ho detto una cifra superiore a quella che effettivamente lui guadagnava in quei giorni. Così ho cominciato a fare questo sport. E quando ho cominciato a fare progressi, ho capito perché mi ha fatto quella domanda”.

Nel percorso verso Tokyo ci sono due città nel destino di Bhavani. La prima è Livorno. Il Fides, la sua tradizione, la storia di Campioni forgiati. E un Maestro, Nicola Zanotti, che ha accettato di buon grado quella sfida tanto apparentemente folle quanto tremendamente stimolante. Un sodalizio nato in maniera stabile dopo i Giochi di Rio 2016 e che ha pagato i suoi dividendi pur tra mille difficoltà e momenti bui. La morte del padre nel 2019,  la pandemia di Covid che ha fermato tutto quando ormai il sogno Olimpico era soltanto a una gara di distanza. Niente da fare, niente Sint Niklaas, sipario giù e tutto rimandato a chissà quando, la decisione di tornare in India.  Bloccata nel suo paese, impossibilitata a tornare in Italia. E allora, se è vero quanto è vero che la necessità aguzza l’ingegno, ecco le lezioni via zoom, sul terrazzo di casa in collegamento con l’Italia. Una sacca da scherma a fare da “sparring” e Nicola Zanotti a osservarla da remoto.  “Non è stata un’idea nuova per me. Quando ho cominciato a tirare a Chennai non avevamo molto equipaggiamento, e così per allenarci a colpire i bersaglio mettevamo la maschera sul muro. La novità vera è stata l’uso della sacca, ai tempi avevo solo il muro”.

L’allenamento “casalingo” ai tempi del lockdown

Ingegno, determinazione, voglia di realizzare un sogno. Ritornando indietro nel tempo, Nicola Zanotti ricorda un aneddoto che la dice lunga su quanto questa “fame” sia stata fin da sempre bagaglio immancabile di Bhavani Devi. “Nel 2013 a Bologna c’era la gara di Coppa del Mondo. Lei non era iscritta alla gara, ma si aggregò comunque a me e a Ilaria Bianco con tanto di sacca. Le chiesi quali fossero le sue intenzioni, visto che appunto non era iscritta. All’ultimo momento si liberò un posto, si iscrisse alla gara e mi disse che avrebbe fatto di tutto per qualificarsi al tabellone principale e affrontare Olga Kharlan. E ce la fece e il giorno dopo affrontò proprio la Kharlan!”.

La seconda città nel destino della ragazza indiana è Budapest. In riva al Danubio mise mattoni importanti se non decisivi per la qualificazione al Mondiale 2019. Nella gara che per la quarta volta ha consacrato Olga Kharlan regina iridata, Bhavani Devi chiuse a una sola stoccata dalla fine a otto dopo aver rimesso sul 14-14 l’assalto con la Pascu che sul 14-7 sembrava poter arrivare alla più facile delle chiusure.

La capitale ungherese torna anche nel capitolo finale della storia. Marzo 2021. Nell’incertezza di una pandemia che sembra non voler allentare la propria presa, la scherma riesce a ritagliarsi il proprio spazio per portare a termine almeno il percorso di qualificazione verso Tokyo 2020. Per Bhavani c’è un discorso da chiudere e un timbro da mettere sul pass per il Giappone. Ma il destino sembra volerci ancora mettere lo zampino: poco prima della partenza, la notizia del ricovero in ospedale della madre. Il maledetto virus ha colpito anche lei. Difficile pensare alla gara serenamente, e la voglia di non mettersi in cammino verso l’Ungheria si fa anche strada. Fino alla telefonata che la rasserena e la tranquillizza.

Resta un altro problema non di poco conto: come arrivare in Ungheria. Niente voli diretti, restrizioni di ogni tipo, frontiere chiuse. L’unica via percorribile è quella di una lunga traversata in macchina. Dieci ore di viaggio fra Livorno e Budapest. Come sia andata a finire è storia nota: gli incastri favorevoli nella gara a squadre le spianano la strada verso Tokyo. La missione è compiuta, l’obiettivo centrato: fra le 42 nazioni rappresentate nella scherma ai Giochi Olimpici giapponesi, ci sarà anche l’India.

Bhavani con il Maestro Nicola Zanotti e il mental coach Angelo Carnemolla festeggiano la qualificazione a Tokyo (Foto: Bizzi)

La ragazza che per inseguire il suo sogno ha mentito sui guadagni del padre, che si è allenata spesso coi bastoni di bambù perché le lame erano poche e serviva tenerle per le gare, che ha scelto Livorno e il FIDES ha compiuto la sua missione. Passo dopo passo ha compiuto il suo grande cammino, ma non chiedetele ora di fermarsi. O di andare a Tokyo semplicemente per farsi una gita di piacere: “Cercheremo di goderci ogni attimo” ci aveva detto nell’immediato dopo Budapest Zanotti “perché non abbiamo addosso la pressione delle Olimpiadi. Ma posso assicurarti che ora come ora tirare contro Bhavani può essere un bel problema, soprattutto se lei riesce ad andare in pedana libera e pensando solo a divertirsi”.

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Foto: Augusto Bizzi