Manon Brunet è in credito con l’Olimpiade

A Rio 2016 chiuse quarta dopo aver accarezzato la finalissima per l’oro. Ora, dopo essere diventata stabilmente fra le più forti al Mondo, Manon Brunet punta a riscuotere a Tokyo quel che non è arrivato in Brasile.

 

 

«Lacrime sui nostri volti: tu non hai avuto la medaglia d’oro che ti aspettavi. Io non ho avuto la medaglia che sognavo. Per me sei comunque una grandissima campionessa». Parole e musica di Manon Brunet, a didascalia di uno dei tanti scatti iconici della prova individuale di sciabola femminile ai Giochi di Rio. La destinataria del messaggio, recapitato in webvisione a mezzo Instagram, è naturalmente Olga Kharlan, assieme alla francese la grande delusa di quella giornata che incoronò Yana Egorian.

Tanta acqua è passata sotto i punti da quell’agosto di cinque anni fa. Olga ad esempio ha messo in contabilità altri due titoli Mondiali. Manon, diamante purissimo allora appena uscita dalla categoria Under 20, è diventata stabilmente una delle più forti sciabolatrici del panorama. Nel suo personalissimo taccuino sono entrate cinque vittorie in Coppa del Mondo e undici podi complessivi, più un titolo Mondiale nel 2018 vinto con la squadra di cui è cardine inamovibile da ormai sette/otto stagioni.

 

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E mentre in Giappone Sofya Velikaya e Olga Kharlan si preparano ancora una volta a sfidare il proprio personalissimo tabù Olimpico, da dietro la francesina scruta e medita il colpaccio. Del resto coi Giochi è in credito aperto. Il quarto posto di cinque anni fa fa malissimo, soprattutto il pensiero di essere arrivata a una stoccata dalla finalissima e vedere sfumare tutto per una più che dubbia “simultanea” chiamata dall’arbitro sul 14-13 a suo favore. Sarebbe stato il punto che avrebbe permesso a Manon Brunet di tornare a casa dalla sua prima Olimpiade con la certezza almeno dell’argento invece di quella di cioccolato (come dicono in Francia) riservata a chi rimane ad osservare la festa altrui dai piedi del podio.

Un ricordo che tutt’ora fa male, perché se il tempo è la cura di tutti mali certe ferite faticano davvero a rimarginarsi. “Rio non l’ho dimenticata, ma questo non è un peso” ha detto la transalpina in un’intervista concessa al portale «Le progres». Il 26 luglio, alla Makuhari Messe Hall c’è una nuova gara da fare e una nuova storia da scrivere. Con la mente libera da cattivi pensieri e senza pensare a quell’amara giornata carioca. Accarezzando il pensiero stupendo di presentarsi alla cassa a riscuotere il credito di cui gode con l’Olimpiade.

Twitter: agenna85

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Foto: Augusto Bizzi