Sciabola maschile individuale: 5 spunti per la gara di Tokyo

L’entusiasmo in casa Italia, la caccia di Szilagyi al tris e molto altro. Cinque spunti per la gara di sciabola maschile individuale a Tokyo.

 

Tabellone difficile, tanti campioni, altrettanti potenziali candidati alla medaglia d’oro: la sciabola maschile individuale, che assieme alla spada femminile apre il programma della scherma a Tokyo, è una delle gare più intriganti di queste Olimpiadi.

Abbiamo provato a isolare cinque spunti, cinque chiavi di lettura per la gara che scatta questa notte alle 2.30 ora italiana.

  1.  Entusiasmo azzurro – Già prima della partenza Giovanni Sirovich aveva parlato del grande entusiasmo attorno alla truppa azzurra. La sciabola azzurra sogna in grande, anche se purtroppo il tabellone non è stato amico dei nostri sciabolatori con un potenziale doppio derby fra ottavi e quarti di finale. Enrico Berrè, Luca Curatoli e Luigi Samele sono pronti a scalare la montagna. Pronti a dare ragione all’entusiasta ct che avevamo sentito prima della partenza.
  2. Aron Szilagyi per la leggenda – 10 vittorie, una sola sconfitta. Questo il bilancio di Aron Szilagyi nelle tre partecipazioni alle Olimpiadi. L’unica sconfitta è arrivata nel 2008 contro Keith Smart quando il fenomeno unghere aveva 18 anni. Da allora, serrande chiuse per tutti e due ori messi in bacheca fra Londra e Rio. Se anche a Tokyo riuscisse a vincere, riuscirebbe nell’impresa mai riuscita a nessun uomo nella scherma e solo a Valentina Vezzali fra le donne.
  3. Oh Sanguk per bruciare le tappe – Fra gli avversari più accreditati dell’ungherese, il coreano Oh Sanguk. Primo podio a 18 anni alla prima gara fra i grandi, campione del Mondo a 22 anni a Budapest, ora va a caccia del bersaglio grosso sulle pedane di Tokyo. Unica incognita, la positività al covid rimediata proprio a Budadpest, in occasione dell’unica tappa di Coppa del Mondo disputata in stagione. Ma a parte questo, l’asiatico rimane ampiamente fra i favoriti.
  4. Sandro Bazadze, la mina vagante – Attenzione al georgiano Sandro Bazadze. Atleta scorbutico e sempre scomodo da affrontare, ha preparato questo appuntamento allenandosi con un vero “special one” del coaching: Christian Bauer. Il mago francese vanta un ricchissimo palmares, fra cui l’oro Olimpico vinto con Aldo Montano, quello con Zhong Man a Pechino e la doppietta al femminile di Rio con Yana Egorian e la squadra russa. Ora, chiuso il rapporto con Mosca, si è messo in proprio, con Bazadze e il francese Bolade Apitthy. Riuscirà in un’altra magia delle sue?
  5. La solidità di Eli Dershwitz – Per due stagioni è stato numero uno al Mondo prima dell’avvento di Oh. Dershwitz, statunitense, ha tutte le carte in regola per poter lottare per il gradino più alto del podio. Si giocherà anche lui le sue chance, dovendo fare anche i conti con una parte di tabellone infernale. Concretezza e solidità il suo biglietto da visita

Twitter: agenna85

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Foto: Augusto Bizzi