Medaglia d’argento per il quartetto azzurro nella prova a squadre di sciabola maschile. Aldo Montano si congeda con la quinta medaglia Olimpica complessiva, la quarta a squadre. Bronzo per l’Ungheria.
Si sono fermati soltanto davanti al Mostro. Troppa Corea per la pur ottima Italia vista in pedana a Tokyo nella prova a squadre di sciabola maschile. Gli asiatici, che dal 2017 a oggi hanno fatto piazza pulita di tutto quello che era possibile vincere, dominano la finale dalla prima all’ultima frazione. Spazzando via dubbi e qualche illusione di crepa sorta all’interno del “Dream Team” coreano dopo il capolavoro fatto dalla Germania in semifinale, capace di impegnare Oh e soci fino all’ultimissimo momento.
Resta, ben aldilà del 45-26 subito in finale, una gara di assoluto livello. Il premio più giusto per Aldo Montano, che la sua last dance la balla da protagonista già dalla semifinale contro l’Ungheria, entrando al posto dell’acciaccato Luigi Samele e risultando decisivo nel ribaltare le sorti del match contro la banda capeggiata dal tre volte campione Olimpico Aron Szilagyi. Per il livornese fanno cinque medaglie Olimpiche, quattro a squadre più l’oro individuale.
Ma l’argento di oggi è il premio per tutti i ragazzi di Sirovich: per Luca Curatoli, che nel soffertissimo match di quarti di finale contro l’Iran trova il guizzo del 45-44 e nel rush finale contro l’Ungheria piega alla sua volontà il capitano dei magiari. Per Enrico Berrè, il più in palla degli Azzurri. Per Luigi Samele, che torna a casa dal Giappone con due argenti e che in pedana ci mette il cuore lanciandolo oltre un infortunio muscolare che dapprima ne limita l’azione quindi lo costringe.
Per un gruppo, dal ct ai Maestri, che nel corso degli anni si è confermato con costanza ad altissimo livello. Rivaleggiando ad armi pari con i Maestri della Corea, piazzandosi con impressionante regolarità sul podio in Coppa del Mondo come nelle grandi competizioni internazionali. Europei, Mondiali e oggi Olimpiadi. Ancora una volta faccia a faccia con una squadra che schiera tre campioni del Mondo e una riserva, Kim Junho, che è tale solo perché tira per le Corea.
Ci riproverà l’Italia della sciabola. Senza Aldo Montano, ma ripartendo dal talento di Berrè e Curatoli, dall’esperienza di Samele. Il telaio per una nuova avventura, con vista su Parigi 2024.
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Foto Bizzi