Gli azzurri escono subito dalla lotta per le medaglie, poi chiudono al settimo posto dopo la vittoria con la Svizzera. Sfuma la difesa dell’argento di Rio 2016.
Settimo posto. E tanta, tanta amarezza per una gara, quella di spada maschile a squadre su cui l’Italia aveva riposto grandi speranze e che invece è finita di fatto ancora prima di cominciare. Inutile nascondersi dietro un dito, la delusione è enorme perché gli ingredienti per fare bene c’erano tutti. Un Andrea Santarelli uscito senza medaglia ma con grandi sensazioni dalla prova individuale, più Marco Fichera ed Enrico Garozzo a caccia di riscatto dopo la brutta gara di tre giorni fa.
Fra il dire e il fare, si è messo però di mezzo il mare. Che, in questo caso, ha le sembianze dei quattro spadisti russi, avversario tutt’altro che morbido nei quarti di finale di un tabellone che ha però mietuto fin da subito vittime eccellenti, Francia in primis sgambettata dal Giappone. Eppure il match per gli azzurri sembrava essersi messo bene e a metà match il punteggio recitava 16-13 Italia.
Da lì, però, la svolta. Sergey Bida rimette in piedi il match e, di fatto, l’inerzia dell’assalto cambia. Nikita Glazkov – ottimo il suo impatto dalla panchina – e Pavel Sukhov scavano il solco, Bida respinge il disperato tentativo di Fichera di rimettere in piedi il match. Fino al 45-34 che chiude ogni discorso e lancia la Russia fra le prime quattro, unica rappresentante Europea di un’ondata asiatica che ha spazzato via tutte le favorite.
Fuori dal discorso medaglie, all’Italia non è rimasto altro che affrontare il mai come oggi indigesto percorso per i piazzamenti. Raccogliendo una sconfitta con l’Ucraina e una vittoria con la Svizzera per un settimo posto da dimenticare al più presto. Come detto da Marco Fichera nell’immediato post Russia, per gli Azzurri della spada maschile è il momento di leccarsi le ferite dopo la giornata di oggi e andare avanti. C’è una rivincita da prendere e Parigi dista solo tre anni.
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Foto Bizzi
