Le azzurre partono bene ma la rimonta della Corea del Sud le ferma ai piedi del podio. Bronzo alle asiatiche.
Quarto posto, come cinque anni fa a Rio. E fa molto male. Lo dicono le lacrime di Michela Battiston e di tutto il quartetto azzurro della sciabola femminile (Irene Vecchi, Rossella Gregorio e Martina Criscio), partito per Tokyo con tutte le carte in regola per provare il colpaccio e invece trovatosi a osservare le altre andare sul podio a prendere la medaglia.
È la sciabola bellezza, con tutto il suo carico emozionale che porta con sé. L’arma in cui tutto fino alla fine è in discussione e che più di altre sublima il comandamento mangiarottiano che finché l’ultima stoccata non è stata messa, l’assalto non è vinto. Ha rischiato di provarlo sulla sua pelle la Francia, avanti 30-14 con le azzurre prima che l’ingresso devastante di Michela Battiston al posto di una Martina Criscio in difficoltà fin dal match contro la Cina, facesse vedere a Charlotte Lembach le streghe con netto anticipo rispetto ad Halloween. Lo hanno purtroppo capito le stesse azzurre, in controllo del match contro la Corea con in palio il bronzo per buona parte di esso ma poi trovatesi senza medaglia. Decisiva la rimonta guidata da Yoon e Seo a cavallo fra sesta e settima frazione a spese di Gregorio e della stessa Battiston.
Perché in quest’arma tanto bella quanto crudele, si fa presto a trovarsi dal +10 alla vigilia della sesta frazione a chiudere in lacrime dopo che le avversarie hanno piazzato la stoccata numero 45. Prendendosi all’ultimo respiro quel bronzo che le azzurre hanno a lungo coccolato, sognando una storica prima medaglia per l’Italia della sciabola femminile alle Olimpiadi.
Appuntamento rimandato almeno a Parigi 2024. Ripartendo da quanto di buono visto in pedana oggi, a partire dal grande impatto di Michela Battiston. Il 18-5 a Charlotte Lembach che ha rimesso in piedi l’assalto di semifinale con la Francia è stata una scarica di pura adrenalina. Dal quarto posto di Rio 2016 nacque poi la scintilla che ha permesso al gruppo azzurro di costruire un bellissimo percorso, fatto di vittorie in Coppa del Mondo e del Mondiale di Lipsia. E chissà che anche da questa delusione non possa nascere un nuovo ciclo, per presentarsi a Parigi pronti all’appuntamento con la Storia.
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Foto Bizzi