“Le leggende della scherma”, i campioni e le campionesse della pedana rivivono nel libro di Fabio Massimo Splendore

Un viaggio in oltre cent’anni di storia della scherma italiana, con le storie e le imprese dei grandi campioni Azzurri. Prefazione di Irene Vecchi.

 

La scherma è un qualcosa che ti entra nel sangue e non ti abbandona più. Parole e musica di Fabio Massimo Splendore, autore del libro “Le leggende della scherma“, da poco uscito per la Diarkos Edizioni. Giornalista romano, papà di due figli che la scherma la praticano, Splendore ci prende per mano e ci guida in un viaggio nella storia delle lame azzurre da più di cent’anni a questa parte.

Le grandi scuole come quella livornese del Fides o della Musumeci Greco, i nomi leggendari dei fratelli Nedo e Aldo Nadi, Oreste Puliti, Giulio Gaudini, il gigante romano delle pedane. Non mancano ovviamente i capitoli dedicati al mitico “Re di spade” Edoardo Mangiarotti, alla dinastia vincente dei Montano,, fino ai campioni a noi più vicini, come Andrea Baldini e Andrea Cassarà.  Tanto spazio è dedicato alle campionesse che hanno reso grande l’Italia sulle pedane di tutto il Mondo. Irene Camber, l’apripista delle Olimpioniche nel fioretto poi culminate nell’epopea di Valentina Vezzali e del “Dream Team”. Diana Bianchedi, Francesca Bortolozzi, Giovanni Trillini, Elisa Di Francisca, Arianna Errigo. Tutti nomi presenti nell’immaginario collettivo degli appassionati di scherma e sport.

Non manca, in questa carrellata di leggende della scherma azzurra, anche uno spazio per la scherma paralimpica con le storie di rinascita di Bebe Vio e Alberto Pellegrini anche loro capaci di dare lustro all’Italia delle lame con le loro imprese. Il libro scorre via bene rivelandosi tanto una lettura piacevole per gli addetti ai lavori, quanto un’agile guida per permettere anche ai neofiti e ai curiosi di avvicinarsi e farsi affascinare dalla scherma.

La prefazione è affidata a Irene Vecchi. La sciabolatrice livornese, fresca di partecipazione ai Giochi Olimpici di Tokyo, racconta di come è nato il suo amore per questo sport. Che ancora continua, a 25 anni di distanza dal giorno in cui per la prima volta ha varcato i cancelli del Fides Livorno. La bambina timida è diventata donna, ma le sensazioni che prova in pedana sono sempre quelle. Perché una volta che la scherma ti entra dentro, liberarsi di essa è impossibile.

Twitter: agenna85

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