Gli otto azzurri in gara nelle competizioni di scherma ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020. Fra debuttanti e veterani.
Otto atleti in totale, equamente divisi fra uomini e donne. L’Italia della scherma si prepara alle sfide dei Giochi Paralimpici di Tokyo 2020 (via alle gare il 25 agosto con le competizioni di sciabola) pronta a dare il massimo in pedana. E, parola del Presidente Paolo Azzi, con tutte le carte in regola per fare bene e provare a portare a casa un buon bottino di medaglie.
Fra debuttanti e veterani, ecco chi sono gli otto azzurri in gara sulle pedane della Makuhari Messe Arena.
DONNE
ANDREEA IONELA MOGOS
A diciotto anni la sua vita è cambiata improvvisamente dopo un incidente stradale che l’ha costretta alla sedia a rotelle. La scoperta della scherma ha temprato il carattere e tirato fuori il meglio da questa ragazza torinese di origini romene. Sciabola e fioretto le sue specialità.
ROSSANA PASQUINO
Debutto assoluto alle paralimpiadi per la Professoressa Pasquino. La scherma scoperta grazie all’amica Francesca Boscarelli, gli allenamenti dapprima con la spada quindi con la sciabola. E proprio quest’ultima è l’arma che le ha regalato le soddisfazioni maggiori, con un bronzo ai Mondiali del 2019 e una vittoria in Coppa del Mondo ad Amsterdam. Riuscirà a ripetersi anche a Tokyo? Non resta che attendere il 25 agosto per le prime risposte. Per Rossana anche la gara di spada, entrambe nella Categoria B.
LOREDANA TRIGILIA
Siracusana di nascita, romana d’adozione, la veterana della squadra a Tokyo prenderà parte alla sua sesta Paralimpiade. Il suo miglior piazzamento individuale a una Paralimpiade è il quarto posto ottenuto ad Atene nella prova di spada. Tri-arma, in Giappone sarà in gara tanto nel fioretto quanto nella sciabola, dove rappresenterà l’Italia assieme ad Andreea Mogos. La data cerchiata con la penna rossa è però quella del 29 agosto, quando nella prova a squadre di fioretto darà l’assalto alla medaglia più prestigiosa assieme a Bebe e alla già citata Mogos.
BEATRICE “BEBE” VIO
Fuoriclasse della pedana, icona dello sport paralimpico e non solo a livello globale. Difficile aggiungere altro quando si parla di Beatrice Vio, che a Tokyo avrà anche l’onore di guidare assieme a Federico Morlacchi la delegazione azzurra nello stadio Olimpico. Prima di lanciarsi, testa e cuore, nella caccia alle medaglie. C’è un oro individuale da difendere e uno a squadre da conquistare con le amiche di sempre nel suo amato fioretto, per una superiorità da ribadire ancora una volta. Quando lei scende in pedana, lo spettacolo è sempre assicurato.
UOMINI
MATTEO BETTI
Non importa quante Paralimpiadi hai disputato nella vita, ciascuna sarà sempre un’emozione gigantesca. Parola di Matteo Betti, che a Tokyo vivrà la sua quarta esperienza paralimpica e proverà a dare la caccia a una medaglia da appaiare al bronzo vinto nel 2012 a Londra. Per lui solo la gara di fioretto. Il suo impegno per la scherma paralimpica non si limita alla sola pedana, ma prosegue anche nel Consiglio Nazionale del Comitato italiano Paralimpico di cui è membro.
MARCO CIMA
La scherma è stata la sua ancora di salvezza fin da quando un incidente in moto lo ha costretto alla carrozzina. Da allora è nato un amore reciproco potentissimo: Marco alla scherma ha dato molto e da essa ha ricevuto altrettanto. Soprattutto nel fioretto, con l’apice raggiunto con il titolo Europeo individuale vinto a Terni nel 2018 un anno dopo il Mondiale a squadre centrato nell’indimenticabile kermesse a Roma. A Tokyo lo vedremo in azione individualmente nel fioretto e a squadre come spadista. Per regalarsi una medaglia che sarebbe il premio più giusto per un gigante della scherma azzurra.
EDOARDO GIORDAN
A vent’anni subisce l’amputazione della gamba destra a causa di una malattia erroneamente diagnosticata. L’incontro contro Andrea Pellegrini, altra leggenda azzurra della scherma in carrozzina, è decisivo per far scoprire a Edoardo questo sport. Di cui si rivela interprete brillantissimo, soprattutto nella sciabola dove vanta un bronzo Europeo e uno Mondiale oltre a podi in Coppa del Mondo. Alle Paralimpiadi sarà in gara anche nella spada, tanto a livello individuale quanto a squadre.
EMANUELE LAMBERTINI
Nel futuro a lungo termine di Emanuele c’è una laurea in ingegneria dell’automazione con l’obiettivo di migliorare le proprie protesi e mettersi al servizio delle persone che, come lui, sono costrette a ricorrere a questi marchingegni. A 22 anni il talento bolognese è pronto a godersi la sua secondo esperienza alle Paralimpiadi, dove si cimenterà tanto nella spada quanto nel fioretto. A suo modo, con il sorriso e con l’atteggiamento scanzonato che lo hanno sempre contraddistinto. Ma attenzione a scherzare con Ema quando si sale in pedana…
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Foto Bizzi