Alessandro Paroli: “Bebe ha fatto un miracolo, a Tokyo si potevano vincere almeno due o tre medaglie in più”

Alessandro Paroli, a Tokyo come sparring partner in occasione delle Paralimpiadi, analizza a Pianeta Scherma il bilancio della spedizione azzurra ma anche i risultati degli atleti internazionali.

 

“Due o tre medaglie in più alle Paralimpiadi si potevano vincere”: a dirlo è Alessandro Paroli, che in Giappone è stato come già cinque anni fa a Rio lo sparring partner degli Azzurri nei giorni che hanno preceduto le gare. Le stringenti normative anti-covid non hanno permesso al fiorettista livornese e ai ragazzi di godersi appieno lo spirito della manifestazione ma tutto sommato la magia delle Paralimpiadi si è nuovamente rinnovata.

Tornato dal paese del Sol Levante, Alessandro Paroli ha tracciato con Pianeta Scherma un bilancio della spedizione azzurra soffermandosi anche su un’analisi più ampia di quanto hanno raccontato i cinque giorni di gare sulle pedane della Makuhari Messe Arena.

Ovviamente non si può che partire da Bebe e dalla sua impresa. Sembrava la “solita” scontata medaglia di Beatrice Vio e invece…

Noi ovviamente sapevamo cosa fosse successo a Bebe e cosa abbia passato. E proprio per questo, pur essendo nella sua categoria spanne sopra le avversarie, c’erano comunque tante incognite. Calcola che ha ripreso a tirare soltanto lo scorso luglio, a un solo mese dalle Paralimpiadi, mentre fino a quel momento aveva fatto soltanto preparazione fisica, ma solo da fine aprile/inizio maggio. Ora da fuori e fermandosi al solo punteggio si potrebbe pensare: “Ecco, il solito dominio di Bebe” e invece è stato un vero miracolo, visto che nemmeno sapeva se fosse riuscita a esserci a Tokyo.

E poi c’è stato l’argento a squadre.

Essendo il giorno dopo la prova individuale, c’era molta preoccupazione per questa prova. Infatti per tutta la durata della gara ha sofferto molto, sia per la condizione fisica non ottimale sia per il dolore al moncone dove ha la protesi. Eppure è riuscita a trascinare Andreea Mogos e Loredana Trigilia, che dal canto loro hanno tirato benissimo. È stata una grande emozione, ma soprattutto la certificazione che il lavoro fatto negli anni ha portato i suoi frutti.

Foto: Bizzi

Più in generale come giudichi la prestazione del gruppo Azzurro a Tokyo?

Diciamo che le due medaglie dal fioretto femminile ce le aspettavamo, ed erano un po’ i nostri obiettivi. Ti dirò, quell’argento ha lasciato anche un po’ di amaro in bocca, perché te la sei giocata fino in fondo contro uno squadrone e la voglia di vincere c’era eccome. Dal resto del gruppo diciamo che secondo me due o tre medaglie in più sinceramente ci potevano stare. E mi riferisco in particolare a Edoardo Giordan, Rossana Pasquino e alla squadra di fioretto maschile. Oltre ovviamente a Matteo Betti, che ci è andato vicinissimo.

Proprio Giordan e Pasquino erano al loro esordio assoluto alle Paralimpiadi. Pensi che abbiano patito forse un po’ l’emozione della prima volta?

Sicuramente lo scotto dell’esordio lo hanno pagato. Quello che vale per le Olimpiadi, vale anche per le Paralimpiadi, è una gara particolare dove la tensione è tanta. Prendete Rossana: era avanti 14-10 contro la Khetsuriani, che è fra le più forti al Mondo nella sua categoria (sciabola femminile B, ndr) poi ha perso 15-14. Sicuramente si è mangiata le mani! Edoardo anche lui è fortissimo, ha trovato il campione Paralimpico in carica e anche se secondo me Edo è più forte, ma il suo avversario era più esperto e lo ha fregato su questo aspetto.

In ottica futura, come esce l’Italia da Tokyo 2020?

Parigi è molto vicina e su atleti come Edoardo, Emanuele Lambertini – che è stato bravissimo malgrado due eliminazioni per 15-14 piuttosto dure da digerire- e la stessa Rossana credo che il lavoro si possa completare fra tre anni. Sui due ragazzi, in particolare, non ho alcun dubbio. Ema in particolare è cresciuto molto in questi cinque anni, vincendo anche gara di Coppa del Mondo. Sicuramente continua anche Andreea, spero che anche Loredana possa arrivare a Parigi: sarebbe la sua settima Paralimpiade. Lei è una guerriera, sono convinto ci proverà.

Foto: Bizzi

Uscendo dai confini dell’Italia, cosa hanno raccontato queste gare Paralimpiche? Chi ti ha sorpreso di più? 

Indubbiamente fra le sorprese ci metto l’argento della Gran Bretagna nel fioretto maschile a squadre. Avrei visto meglio l’Italia e la Russia ad esempio. Per quanto riguarda le altre gare, Gilliver è un fenomeno assoluto nella spada e lo ha dimostrato vincendo la gara di Categoria A. Amarilla Veres non pensavo riuscisse ad arrivare all’oro, se qualcuno ci ha scommesso ci ha fatto qualche soldino… Per il resto direi pronostici rispettati in tutte le armi, anche se l’argento della georgiana (Nino Tibilashvili, ndr) nella sciabola A è stato un altro risultato inatteso.

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Foto Bizzi