Il CT della spada ha parlato di come intende impostare il proprio lavoro. Nessuna gerarchia prestabilita ma la pedana come giudice unico a stabilirle.
Dario Chiadò ha iniziato ufficialmente da poche ore il proprio percorso alla guida della spada Azzurra, radutanatasi a partire dalla giornata di ieri presso il Centro di Preparazione Olimpica di Tirrenia. Un gruppo molto allargato di atleti, scelti in un sapiente mix fra veterani e nuove leve.
Idee già chiare, quelle in testa al Maestro torinese, che da un mese ha ereditato da Sandro Cuomo (di cui è stato per anni uomo di fiducia) il timone della Nazionale italiana di spada. Nessuna gerarchia prestabilita in partenza e una chance per tutti quanti di giocarsi le proprie carte. Giudice unico, la pedana.
“C’è chance per tutti” ha detto Dario Chiadò interpellato dal sito ufficiale della Federazione Italiana Scherma “Sono sicuro di avere a disposizione un potenziale importante sia al maschile che al femminile, a parlare poi sarà sempre la pedana che dà ai più esperti come ai giovani l’opportunità di farsi spazio. Il mio compito è metterli nella migliore condizione possibile per esprimersi al massimo. C’è bisogno di un grande lavoro di contatto tra il nostro staff e i maestri con i quali gli atleti si allenano nelle rispettive sedi”.
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Foto Bizzi