Giochi di luce, presentazioni da festival del cinema, uno Zenith stracolmo malgrado l’assenza di francesi in semifinale, un pubblico sportivo e altamente competente. La gara di Orleans rinnova la sua magia dopo due anni di assenza.
“Questa è la gara più bella del Mondo”. A dirlo, non un Alessandro Gennari qualsiasi umile inviato sul campo a Orleans per la prima stagionale di una Coppa del Mondo di scherma mai così attesa, ma Mariel Zagunis. Facile che le tre vittorie conquistate sulle pedane francesi abbiano avuto un peso nel giudizio della due volte campionessa Olimpica (qui non in gara ma in veste di competente voce tecnica), ma dopo aver vissuto di persona la magia delle finali allo Zenith, darle torto diventa veramente difficile. Anzi, diciamolo senza mezzi termini con una frase tanto cara a Bebe Vio: l’atto finale della gara di Orleans sul palcoscenico – è il caso di dirlo – dello Zenith è una figata pazzesca!
Giochi di luce, musica, l’esibizione dei 62 piccoli allievi del Cercle d’Escrime Orleanais applauditi dagli astanti. E, ancora, uno scenario degno dei più grandi eventi cinematografici e un teatro traboccante di gente venuta a gustarsi uno spettacolo di alto livello. 3500 persone che hanno riempito di rumore e applausi la gigantesca sala concerti, regalando un colpo d’occhio magnifico.
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Il tutto, malgrado l’assenza di atleti francesi dalla fase decisiva della competizione. Nessun problema per un pubblico competente e amante della scherma, che si è gustato tutti i match applaudendo i gesti degli atleti e delle atlete in pedana. Non prima, però, di aver salutato le eroine di Tokyo Sara Balzer, Cecilia Berder, Manon Brunet e Charlotte Lembach, accolte sulla pedana centrale come vere star fra giochi di luce e fumogeni. Degna accoglienza per quattro ragazze che in Giappone sono arrivate a un passo dal titolo Olimpico a squadre.
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Spettacolare anche l’ingresso in scena degli otto protagonisti degli assalti. A due a due a bordo di quattro 2Cv, vettura iconica dell’industria automobilistica francese. Sulla quinta -. cinque come i cerchi Olimpici, e proprio quelli erano i colori delle auto – c’era invece Mariel Zagunis. Una delle regine delle pedane dello Zenith, passate in rassegna ad una ad una prima dell’inizio delle semifinali femminile.
Poi la palla è passata agli atleti, che hanno fatto di tutto per onorare la cornice. Dando vita a match tiratissimi e spettacolari, dando ognuno il massimo per assaporare ogni istante di quella che è considerata la gara più bella del Mondo.
E oggi ho capito il perché.
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Foto: Bizzi