Tre piazzamenti sul podio, altri sfiorati, tante prestazioni buone, l’inizio incoraggiante delle squadre di sciabola femminile e fioretto maschile alle loro prime uscite.
Bilancio con segno decisamente tendente al più in casa Italia dopo il primo fine settimana di Coppa del Mondo Under 20. Sei armi in gara, tre piazzamenti sul podio, altri solo sfiorati in gare concluse con almeno un atleta fra i primi otto. Ma anche buoni segnali dai quartetti impegnati nelle prove a squadre, nello specifico quelli di fioretto maschile e sciabola femminile, alla loro prima uscita nelle nuove formazioni.
E proprio delle gare a squadre parte la nostra analisi. Chiudono in seconda posizione le sciabolatrici, fermandosi a sole tre stoccata dal portare a casa l’intera posta. Ma aldilà del risultato, sulle pedane di Sosnowiec si è vista un’ottima Italia, con un quartetto davvero molto giovane – la “veterana” è Benedetta Fusetti, classe 2002 – che sicuramente potrà regalare soddisfazioni da qui al prosieguo della stagione. La semifinale contro l’Ungheria è forse la gemma più preziosa di giornata, perché arrivata contro una squadra più rodata, capace di occupare tre dei quattro gradini del podio nella prova individuale, perdipiù forte di un elemento come Sugar Battai che regolarmente fa parte del quartetto Assoluto e che la scorsa estate ha preso parte, come quarta, alle Olimpiadi di Tokyo.
Discorso simile anche per quanto riguarda il fioretto maschile. Siamo di fronte a un quartetto del tutto inedito, composto da elementi davvero giovani e per questo bisognoso di trovare la giusta chimica in pedana. A Lezno è mancato il podio, ma la sconfitta con la Germania ai quarti è stato l’unico inciampo di un cammino in cui Jacopo Bonato, Damiano Di Veroli, Giulio Lombardi e Tommaso Martini hanno mostrato buone cose. Dalla vittoria netta contro la Turchia, alla pronta reazione proprio a seguito dello stop coi tedeschi, culminata nelle due vittorie che hanno sancito il quinto posto finale.
Spostandoci alle prove individuali, troviamo gli altri due piazzamenti sul podio raccolti dall’Italia nel fine settimana. La firma è quella di due nomi tutt’altro che inattesi. A Lezno Damiano Di Veroli è più forte di tutto – inteso come mancato arrivo della sacca di scherma che l’ha costretto a un fortunoso recupero dei ferri del mestieri fra prestiti di compagni e acquisti in loco – e quasi di tutti, chiudendo al secondo posto la prova individuale di fioretto battuto solo dall’americano Chase Emmer.
L’altro podio porta la firma di Simone Mencarelli, terzo nella gara di spada maschile in Lussemburgo. Una prova maiuscola quella diciottenne torinese, chiusasi in semifinale per una sola stoccata, peraltro contro il vincitore finale della competizione.
Da aggiungere alle note positive però c’è anche molto altro. A cominciare dai piazzamenti nelle otto di Lucrezia Paulis e Carola Maccagno in Lussemburgo (spada femminile), quello di Lorenzo Ottaviani a Sosnowiec (sciabola maschile) e quello di Giulio Lombardi a Lezno (fioretto maschile). Buone prestazioni anche per le fiorettiste a Timisoara, con Lucia Tortelotti e Ludovica Mancini arrivate a un passo dalle migliori otto.
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Foto Eva Pavia/Bizzi