Il doppio successo in pedana sia all’individuale che a squadre, ma non solo. L’analisi del fine settimana di Saint Maur del fioretto femminile azzurro.
Se il buongiorno si vede dal mattino, allora per l’Italia del fioretto femminile potrebbe arrivare un lungo periodo di grandi gioie e soddisfazioni. Del resto i risultati di Saint Maur, sede della prima tappa della nuova stagione e punto di partenza del nuovo ciclo targato Stefano Cerioni, parlano chiaro: tre azzurre nelle prime otto nella prova individuale con tanto di successo per Alice Volpi e podio per Francesca Palumbo; e poi il bersaglio grosso nella prova a squadre di domenica.
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Un esordio che naturalmente non può che lasciare soddisfatto il ct azzurro, che si è personalmente complimentato con le ragazze e con lo staff tecnico per l’ottimo lavoro svolto nell’arco di tutto il fine settimana. Ma oltre ai sorrisi dal gradino più alto del podio, il fine settimana francese ha detto molto ma molto di più. A partire dallo stato di forma di Alice Volpi, implacabile per tutti e due i giorni di una gara che sembra ispirare particolarmente la fiorettista senese, dato che due delle sue cinque vittorie in Coppa del Mondo le ha messe a segno proprio in terra francese.
Le altre belle notizie arrivano dal bell’esordio di Anna Cristino, che alla sua prima assoluta in Coppa del Mondo ha centrato la qualificazione al tabellone principale, dalla qualità di un gruppo che soltanto per colpa di un derby non ha portato 12 atlete su 12 fra le prime 64, ma anche dal sorriso ritrovato di Francesca Palumbo. La potentina era stata fino all’ultimo aggrappata alla speranza di poter disputare i Giochi Olimpici di Tokyo rimanendo fuori all’ultimo, a Saint Maur si è presa un podio che la ricandida prepotentemente per un posto in squadra.
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E proprio la prova per quartetti di domenica ha fornito ulteriori indicazioni confortanti. Presentatasi al via con un quartetto inedito e sperimentale, l’Italia ha subito centrato il bersaglio grosso. Ma anche qui siamo di fronte alla classica punta di un iceberg che nasconde altri aspetti. Su tutti, uno sottolineato dallo stesso Cerioni: la capacità di stringere i denti e di saper soffrire nei momenti di difficoltà.
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Perché se è vero che nel corso della gara sono mancate gli scontri diretti con le avversarie “tradizionali” come Russia, Francia e Stati Uniti – tutte in formazioni rimaneggiate e finite fuori dai giochi nelle fasi precedenti delle competizioni – il camino di Erica Cipressa, Martina Favaretto, Camilla Mancini e Alice Volpi è stato tutto fuorché agevole.
Eccezion fatta per l’atto iniziale contro Singapore, in cui le azzurre hanno capitalizzato senza fatica l’enorme differenza sul piano tecnico, il resto della gara è stata decisamente impegnativa: Cina, Canada e Giappone hanno infatti venduto cara la pelle e più volte messo in difficoltà le fiorettiste italiane. Le quali, dal canto loro hanno sempre trovato la giusta reazione. Il controparziale con cui Alice Volpi ha rimediato alla partenza in salita di Camilla Mancini contro il Canada e l’assalto respinto dalla stessa Alice di una Yuka Ueno mai doma in finale sono soltanto due degli esempi. Ma tutte e quattro le attrici sul palcoscenico si sono disimpegnate positivamente, sebbene non siano mancati alcuni fisiologici passaggi a vuoto.
Ovviamente il lavoro è solo all’inizio, qualche dettaglio da limare c’è comunque in attesa che anche le altre protagoniste del circuito ritornino in pedana per avere un confronto diretto. Appuntamento a gennaio in Polonia per il secondo round stagionale, con l’obiettivo di continuare a percorrere il sentiero tracciato nel trionfale fine settimana di Saint Maur.
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Foto Eva Pavia/Bizzi