Sport e salute mentale, la riflessione di Ysaora Thibus: “La gente pensa che siamo infallibili e questo non è vero”

Scherma - Sport e salute mentale, l'opinione di Ysaora Thibus

In un’intervista con il portale Blonde, la fiorettista transalpina parla dei temi legati alla salute mentale degli atleti di alto livello, ancora troppo poco considerata. E parla della sua personale esperienza a Tokyo con la tremenda delusione della sconfitta individuale.

 

Stress, attacchi d’ansia, momenti bui, l’enorme pressione da gestire. Ovvero il lato oscuro dello sport di alto livello, che sempre più spesso mette i protagonisti di fronte a problemi di benessere mentale di cui si parla ancora troppo poco. Le dichiarazioni pubbliche di Naomi Osaka e Simone Biles hanno di fatto squarciato il velo di tabù che aleggiava sull’argomento e dato nuova luce a un problema che può avere ripercussioni devastanti.

Sul tema sport e salute mentale è intervenuta anche la fiorettista francese Ysaora Thibus, che in una lunga intervista concessa al portale BLONDE ha proprio parlato di questo aspetto. “E dopo i Giochi cosa fai? Devi aspettare altri quattro anni per avere una nuova occasione di cambiare la tua vita” ha detto Thibus “è una pressione enorme. C’è molta ansia, depressione, momenti duri e di questo non ne parliamo mai nello sport di alto livello”.

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L’errore di base, secondo la vicecampionessa Olimpica a squadre, sta tutto nell’errata concezione dall’esterno dell’atleta: “Si crede che gli atleti siano infallibili, capaci di superare qualsiasi ostacolo senza mai essere stanchi e senza mai lamentarsi. E questo non è vero”.

Fra i passaggi più interessanti dell’intervista, anche il racconto della tremenda delusione seguita alla precoce eliminazione maturata nel torneo individuale ai Giochi Olimpici: “Dopo il match ero completamente svuotata di ogni emozione. Sul momento ho pensato che mi sia allenata per cinque anni per niente, anche se non è vero. Inoltre mi sono fatta tantissime domande sul mio valore come donna e come atleta, perché nell’ambiente dello sport questo viene soppesato in base al fatto che hai o non hai una medaglia al collo”.

Quindi la necessità di resettare tutto per affrontare la prova a squadre: “Per due giorni non ho mangiato e piangevo nella mia stanza. Ho avuto la fortuna di avere la possibilità di essere assistita da una psicologa a Tokyo e questo mi ha aiutato molto. Alla fine abbiamo preso l’argento ma all’inizio mi è sembrato più un sollievo che non una vera gioia”.

Guarda qui sotto l’intervista integrale ad Ysaora Thibus.

 

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Foto Bizzi