Fioretto, questa Italia è tornata a fare paura (e siamo solo all’inizio)

Scherma - Fioretto, questa Italia è tornata a fare paura

I numeri delle prime uscite sono impressionanti, ma non sono tutto. L’Italia del fioretto, sia femminile che maschile, è partita fortissimo e non si vuole fermare qui.

 

“L’Italia deve tornare a fare paura”: da quando è tornato alla guida della nazionale azzurra di fioretto, Stefano Cerioni questa frase la ripete quasi come un mantra. E le prime uscite stagionali, con i suoi numeri e con quanto detto fra le pieghe delle tre gare sin qui disputate in questo scorcio di stagione, sono lì a dimostrare che la strada intrapresa non solo è quella giusta ma l’Italfioretto la sta percorrendo a tamburo battente.

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L’ultimo fine settimana fra Poznan e Parigi ha ancora messo in luce un Italfioretto in versione extra lusso: in Polonia è arrivato il bis di Alice Volpi, con Martina Favaretto che è si infiocchettata il primo podio in carriera fra le “grandi”. E, ancora, la conferma di Francesca Palumbo, che dopo il terzo posto di Saint Maur centra un altro piazzamento nelle prime otto. Più in generale, però, è arrivata della forza di tutto il gruppo, come dimostra il fatto di aver portato tutte le atlete in gara al tabellone principale. Bene anche l’inserimento di elementi giovani: come Anna Cristino, alla seconda qualificazione fra le 64 in altrettante gare.

Piccolo passo indietro invece nella prova a squadre, con un quinto posto finale che lascia un po’ di rammarico soprattutto per l’assalto ai quarti di finale contro la Polonia – comunque molto ispirata sulle pedane di casa – iniziato con il piede pigiato sull’acceleratore e pian piano sfuggito di mano.

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Capitolo fioretto maschile. Difficile immaginare un esordio migliore. I nostri fiorettisti, gli unici a non aver ancora fatto il loro esordio internazionale, avevano una voglia matta di tornare a divorare quelle pedane che non calcavano dai Giochi di Tokyo 2020. La gara a squadre è stato un assoluto capolavoro dal primo all’ultimo assalto (clicca qui per rivivere la finale contro la Francia). In pedana il quartetto azzurro ha divertito e, soprattutto, si è divertito. E questo si è visto non solo nella conduzione degli assalti e nei punteggi, ma anche nel grande impatto che hanno avuto i due volti nuovi Guillaume Bianchi e Tommaso Marini, che hanno risposto presente al loro primo appello.

In cui hanno tirato da protagonisti tutti gli assalti. Protagonista lo è stato Alessio Foconi. Lasciata alle spalle la delusione di Tokyo, il ternano è tornato a macinare risultati in una gara, quella di Parigi, che lo esalta come poche. Niente terza affermazione per lui, ma comunque un piazzamento sul podio. Laddove si è issato, un gradino più su, Edoardo Luperi, secondo e alla sua migliore prestazione in carriera.

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Ma al netto dei risultati, la sensazione emersa da questo fine settimana e, più in generale, dal primo scorcio di stagione è che malgrado tutto siamo solo all’inizio del percorso. Fra chi ancora deve fare il proprio ritorno in pedana (Arianna Errigo) e chi deve ritrovare ancora il suo smalto migliore (Andrea Cassarà e Martina Batini). E quanto fa male il rinvio del Grand Prix di Torino, il pubblico italiano si sarebbe davvero divertito ad ammirare in azione una squadra in missione per tornare a far paura.

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Foto: Eva Pavia/Bizzi