Sbirciamo nell’infanzia di Michela Battiston, protagonista del primo appuntamento di Indovina chi…: a partire da una foto, i campioni di oggi si raccontano.
È Michela Battiston la protagonista della prima puntata del nostro gioco Indovina Chi… La sciabolatrice friulana in forza al Gruppo Sportivo Aeronautica Militare, classe 1997, è stata di recente protagonista ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 nella prova a squadre.
Cosa puoi raccontarci di questa foto? Quando è stata scattata e che ricordi hai al riguardo?
Questa foto mi è stata scattata durante la mia primissima gara. Era un torneo a Klagenfurt, in Austria e i partecipanti erano tutti più grandi di me e siccome eravamo in pochi abbiamo tirato anche contro i maschi. Ricordo che ero emozionantissima e volevo a tutti i costi portarmi a casa una medaglia. Quando ho perso l’assalto di diretta pensavo di non essere riuscita a vincere nulla e ho pianto tutte le lacrime che avevo. Poi per fortuna hanno deciso di premiare bambine e bambini separatamente e alla fine ero arrivata terza. Me ne sono tornata a casa tutta saltellante con la mia prima coppa in mano.
Com’è nata la tua passione per la scherma?
La prima volta che ho scoperto la scherma è stato grazie alla vittoria di Aldo Montano alle Olimpiadi di Atene. Ero seduta sul divano di casa con mio padre e assistevo alla finale. Dopo qualche settimana, grazie a un semplice volantino fuori scuola, ho riconosciuto lo sport e tornata a casa ho pregato subito mia mamma perché mi portasse a provare. È stato amore a prima vista.
Qual è il primo ricordo che hai in pedana?
Non ho un vero ricordo della prima volta che sono salita in pedana. Però ho un aneddoto molto divertente che vi posso raccontare. Quando Sara Vincezin, la mia Maestra, pensava fosse arrivato il momento di attaccarmi finalmente a una vera pedana, con apparecchio passanti e luci, siccome ero ancora molto piccola ha accennato prima l’idea a mia mamma dicendole: “Vorrei farla passare al gruppo dei più grandi per farla provare a tirare “d’elettrico”, ma ho paura che si bruci”. Ovviamente intendeva dire che temeva fosse ancora un po’ presto e non voleva bruciare le tappe. Mia mamma invece ha inteso tutto in senso letterale collegando “elettrico” e “ho paura che si bruci” e le è preso un colpo. Classiche incomprensioni del mestiere!
E la gara più emozionante di quando eri bambina? Quella indimenticabile?
Mi è rimasta tantissimo nel cuore una gara interregionale a Mestre. Ero categoria Ragazze e quindi tiravo anche con avversarie di un anno più grandi di me. C’era stato un lungo periodo che per vari motivi non mi ero potuta allenare, di conseguenza i miei maestri erano sicuri di non volermi far fare la gara perché non ero abbastanza pronta. Io mi sono impuntata e non ne ho voluto sapere. Alla fine ho vinto la gara con i due assalti di semifinale e finale tiratissimi. È stata dura ma è quel tipo di conquista che ottieni col cuore.
LEGGI ANCHE – Schermidori….nel Pallone – Michela Battiston: “Pazza per il Milan, nella buona e nella cattiva sorte”
Che obiettivi ti ponevi quando hai iniziato? Immaginavi di arrivare dove sei ora?
No, il bello di quando sei piccolo è che non ti poni grandi obiettivi e ti godi molto di più il momento. È chiaro che nella testa di ogni bambino l’Olimpiade c’è sempre, però resta in un cassettino chiuso fino a quando ti accorgi che è arrivato il momento di tirarlo fuori e lavorarci davvero.
Chi era il tuo spadaccino preferito (reale o di fantasia) da bambina?
Ovviamente Montano. È stato grazie a lui che mi sono affacciata alla scherma, quindi per me resterà sempre un idolo.
C’é mai stato un momento nella tua crescita in cui ti sei allontanata dalla scherma? Se sì, cosa ti ha spinto a tornare?
No, non ho mai pensato di smettere. Sono sempre stata molto fortunata perché ho sempre avuto intorno a me un ambiente piacevole in cui allenarmi e compagni fantastici con cui condividere le sedute e le trasferte. Oltre al fatto di aver avuto due Maestri esemplari come Christian Rascioni e Sara Vicenzin che non smetterò mai di ringraziare.
Se potessi dare un consiglio alla Michela bambina quale sarebbe?
Di disperarsi un po’ di meno se perdeva un finale!!!
E cosa direbbe la te stessa bambina alla te di oggi?
Che disperarsi per le finali è servito a dimostrare a me stessa quanto ci abbia sempre tenuto e non accontentarsi mai di nessuna sconfitta. Però ammetto che mi disperavo un pò troppo!
CLICCA QUI PER TUTTE LE PUNTATE DI INDOVINA CHI…
Instagram: clack_87
Pianeta Scherma sui social: Instagram, Telegram, Facebook