A Sochi perde lo sport e va in scena una grottesca gara fantasma (poi annullata)

Parigi 2024, via libera ad atleti di Russia e Bielorussia

Gara surreale in Russia, quindi l’annullamento prima delle finali. Tanti i boicottaggi e le defezioni. Le azzurre inizialmente scendono in pedana poi si ritirano in blocco e domani non saranno in pedana nella prova a squadre.

 

Tutto cancellato (e forse recuperato più avanti, chissà quando e chissà dove) poco prima di disputare soltanto le semifinali e la finale. Si chiude così, nel modo più grottesco possibile, una giornata che di normale non ha avuto nulla. Con buona pace di Kong Man Vai e delle tre russe Tatyana Andryushina, Violetta Kolobova e Aizanat Murtazaeva che, fra una defezione r un assalto disputato, erano riuscite a spingersi fino alla “zona medaglie”. Di fatto, la cronaca della gara – o per meglio dire, della non gara – di spada femminile si esaurisce qui. Perché ora si entra nei meandri di un sabato a dir poco surreale.

Iniziato coi ritiri in blocco di Estonia, Svizzera, Germania – eccezion fatta per Alexandra Ndolo – seguite a ruota dall’austriaca Paula Schmidl e, verso metà giornata, anche dalle francesi. Così come dura lo spazio di un turno la competizione delle undici azzurre presenti nel tabellone principale, con la Federazione che solo a gara in corso lascia libera scelta alle atlete sul gareggiare o meno. Non ci saranno, invece, domani nella prova a squadre, sempre che si disputi. Le esigenze agonistiche ora hanno lasciato spazio a quelle ben più pressanti di tornare a casa per lasciarsi quanto prima alle spalle questo assurdo fine settimana di Coppa del Mondo.

Per dovere di cronaca c’è da registrare il teorico piazzamento nelle prime 16 di Rossella Fiamingo, a cui basta battere la giapponese Kuroki e approfittare del doppio ritiro delle svizzere finite sul suo canale. Un dato buono solo per gli annali, così come i successi “sul campo” di Alessandra Bozza e Nicol Foietta nei loro rispettivi primi turni contro Karneeva (15-13) e Obratszova (14-12).

Su come sia chiusa la giornata, si è già detto sopra. Ma anche in questo caso, con una gara il cui esito sarebbe stato comunque  deciso più dai ritiri che non dalla scherma tirata (emblematico il caso di Andryushina a cui sono bastati due assalti per arrivare in semifinale), e vista la conclusione, parlare di sport riesce davvero molto ma molto difficile. E non ce ne vogliano le quattro ragazze che in pedana hanno messo impegno e sudore, ma  la speranza è che questa grottesca pagina di pseudo-scherma vada al più presto nel dimenticatoio.

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Foto: Eva Pavia