Gesto forte da parte delle fiorettiste transalpine che non scendono in pedana nella finalina contro la Russia a Guadalajara. Un segnale forte e chiaro che arriva per la prima volta da atlete non ucraine.
La questione ucraina e i la guerra hanno fatto prepotentemente il loro ingresso sulle pedane di scherma in tutta la loro cruda e drammatica realtà e hanno portato in secondo piano il lato meramente agonistico del week-end internazionale appena andato in archivio. La comunità schermistica internazionale si è subito schierata compatta a manifestare la propria solidarietà agli amici e ai colleghi materialmente presenti in pedana ma con il cuore e la testa rivolti a tutt’altri e ben più cupi pensieri.
Fascette e nastri adesivi coi colori gialloblu hanno fatto capolino un po’ dappertutto, ma sino a questo momento i gesti eclatanti di protesta e di rifiuto di scendere in pedana contro un avversario russo si erano visti soltanto da parte degli atleti ucraini. È successo al Cairo durante la prova a squadre di fioretto maschile, la stessa scena si è ripetuta a Novi Sad nella spada femminile Giovani.
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A Guadalajara, dove era in corso la prova a squadre di fioretto femminile (per la cronaca vittoria degli Usa sull’Italia) invece il segnale forte è arrivato dalla Francia: Anita Blaze, Solene Butruille, Alice Recher e Pauline Ranvier infatti si sono rifiutate di salire in pedana per disputare la finalina per il terzo posto che le avrebbe viste opposte proprio alla Russia.
“Per l’Ucraina” scrive Solene Butruille in una storia instagram mostrando il “risultato” del match valido per il terzo posto con tanto di hashtag contro la guerra. Anche Ysaora Thibus, che proprio in Messico è tornata in pedana ma disputando solo la prova individuale, si è complimentata con le compagne per la scelta coraggiosa fatta: “Oggi il team francese ha scelto di non tirare contro la Russia per supportare l’Ucraina e schierarsi per la pace. Sono orgogliosa di voi ragazze e del vostro coraggio”.
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Foto: Augusto Bizzi
