Ritiri e boicottaggi segnano le gare di spada e fioretto, Ungheria e Romania all’oro

La protesta contro la Russia e il ritiro della stessa caratterizzano le gare a squadre Giovani al femminile. Bronzo per le ucraine nel fioretto. Le azzurre si ritirano da entrambe le competizioni per non sfidare le russe.

 

Una giornata di ordinaria follia. Dove a perdere è ancora una volta lo sport e ad andare in scena è una nuova evitabile pagina nera per la scherma, rimasta per troppo tempo in balia dell’indecisionismo della Federazione Internazionale sulle direttive del CIO di escludere dalle competizioni atleti di Russia e Bielorussia.

Il day 4 degli Europei Cadetti e Giovani passa così agli annali per le due non gare al femminile (spada e fioretto) caratterizzate dal ritiro in massa delle squadre finite sul cammino della Russia e poi da quello della Russia stessa una volta preso atto che la situazione si era fatta insostenibile e mortificante anche per le atlete.

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Troppo tardi per evitare che le competizioni diventassero due surreali gare nelle gare: da una parte la Russia che senza tirare avanzava turno dopo turno, dall’altra una lotta serrata fra squadre per guadagnare un posto in una finale che facilmente non si sarebbe mai disputata o contendersi la medaglia di bronzo. Il ritiro della stessa Russia quando ormai i tornei erano entrati nella fase decisiva ha ulteriormente mischiato le carte in tavola privando di fatto gli stessi di ogni valore sportivo. Senza voler nulla ovviamente togliere a chi ha onorato splendidamente la competizione pur in una situazione difficilissima.

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Di questa giornata da dimenticare, rimangono comunque dei flash che meritano di essere rimarcati. C’è la solidarietà internazionale senza eccezioni verso l’Ucraina più forte dell'”imbarazzante silenzio della in merito alla Risoluzione adottata ieri dal Comitato Olimpico Internazionale circa l’esclusione della Russia dalle competizioni”.  Ci sono le lacrime delle fiorettiste azzurre (e il commovente ringraziamento delle colleghe ucraine), gigantesche – come le loro colleghe che le hanno imitate – a insegnare che nella vita ci sono momenti in cui i sogni di medaglia lasciano spazio a valori ben più importanti. Il tabellone le ha messe subito di fronte alla Russia, Giulia, Irene, Carlotta e Matilde hanno fatto ciò che in quel momento era più giusto fare, non salire in pedana. Lo stesso hanno fatto poi le spadiste (Gaia Caforio, Carola Maccagno, Lucrezia Paulis, Vittoria Siletti), anche loro finite sulla strada delle russe ai quarti di finale.

C’è poi il risultato finale, con le vittorie di Ungheria (spada) e Romania su Francia e Germania, mentre a completare i podi sono state Repubblica Ceca e Ucraina, con le fiorettiste ucraine che hanno ricevuto un lungo e sentito applauso al momento di salire sul podio, prima di intonare a cappella l’inno nazionale in un commovente strappo al protocollo ufficiale. Non ce ne vogliano le ragazze se non le celebriamo come avrebbero meritato. Ma facilmente immaginiamo che ben pochi oggi vorrebbero essere nei loro panni.

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Foto: Bizzi Team

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