La siciliana batte in finale l’Ungherese Anna Kun e si aggiudica la sua prima vittoria in Coppa del Mondo. Podio per Choi e Lehis. Si rivede nelle otto Rossella Fiamingo.
Si leva forte l’urlo di Alberta Santuccio sulla pedana centrale della Bok Arena. Con buona pace di Anna Kun e dei padroni di casa dell’Ungheria, che speravano di poter festeggiare il successo della ventiseienne beniamina di casa ma hanno dovuto riporre nel cassetto il loro pensiero stupendo di fronte alla giornata di grazia della spadista catanese.
Prima vittoria in Coppa del Mondo per Alberta, e che vittoria. Vietato ai deboli di cuore oggi seguire il percorso della Santuccio, fredda maga del brivido nel risolvere uno dopo l’altro gli assalti che l’hanno condotta verso il successo in un tabellone tutto fuorché agevole. Swatoska, Song Sera, Holmes e persino Choi Injeong devono inchinarsi alla regina della morte subite: serranda chiusa per tutte. Del resto, contro una siciliana pressoché perfetta, si poteva fare ben poco.
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Non è bastato, ad esempio, a Choi trovarsi avanti di tre stoccate a meno di un minuto dalla fine della semifinale per evitare di chiudere al terzo posto in coabitazione con Katrina Lehis. E non ha potuto fare nulla l’ottima Anna Kun per ripristinare il filo dell’equilibrio lungo cui ha corso buona parte del match di finale una volta che l’accelerazione di Santuccio questo filo lo ha spezzato dando il là al monologo culminato nella stoccata del 15-7.
Nella giornata di oggi, c’è un’altra siciliana che può tornare a casa da Budapest con il sorriso. È Rossella Fiamingo, che in pedana fa vedere lampi della sua classe e si spinge fino ai quarti di finale. Per lei la priorità è meno amica rispetto alla compagna di squadra. Ma quel che più conta per la spada azzurra è l’aver rivisto in azione la campionessa che tutti conosciamo.
Classifica – 1. Alberta Santuccio (Ita), 2. Anna Kun (Hun), 3. Injeong Choi (Kor), 3. Katrina Lehis (Est), 5. Rossella Fiamingo (ITA), 6. Katharine Holmes (Usa), 7. Anne Cebula (Usa), 8. Kristina Kuusk (Hun)
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Foto: Eva Pavia
