Il successo nella prova a squadre di Atene arriva dopo il podio di Plovdiv ed è la conferma che sotto questo aspetto la sciabola femminile azzurra gode di buona salute. Passo indietro a livello individuale.
Una grande prestazione nella gara a squadre, la necessità di un cambiamento di passo nella prova individuale dove le azzurre della sciabola femminile hanno ancora fatto fatica e non è arrivata nemmeno la gioia di un altro podio a risollevare il bilancio di Atene.
Ma partiamo dagli aspetti positivi della trasferta in Grecia, ovvero la vittoria nella prova per quartetti. Un successo dal grande peso specifico e non solo per la proverbiale “buona la prima” da ct per Nicola Zanotti, quanto perché arriva dopo il podio di Plovdiv nella prova precedente. Il nucleo base, composto da Martina Criscio, Rossella Gregorio e Michela Battiston (in attesa che ritorni Irene Vecchi) si conferma nuovamente solido e affidabile, con la friulana in particolare in grande spolvero e decisiva per la vittoria contro il Giappone con il suo parziale nella penultima frazione.
Nota statistica: Atene è una tappa storicamente amica delle sciabolatrici azzurre. che dal 2017 in poi hanno infilato due vittorie (compresa quella di ieri), altrettanti terzi posti e un secondo posto, quello ottenuto nel 2020 che fu anche lasciapassare ufficiale per i Giochi di Tokyo.
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Discorso diverso per quanto riguarda la prova individuale, dove rispetto alle ultime due uscite si è notato un leggero passo indietro. Non tanto per il podio mancato dopo i due di fila firmati da Rossella Gregorio fra Tbilisi e Plovdiv, ma su un piano più generale. In una gara priva per contingenze che purtroppo nulla hanno a che fare con la pedana di tante potenziali protagoniste, le azzurre hanno faticato, nessuna è riuscita a entrare nelle otto e già dopo il tabellone delle 32 Michela Battiston era rimasta l’unica italiana in lizza.
Quello che serve ora è un cambio di passo anche nella gara individuale. Fra due settimane si torna in pedana a Istanbul per una nuova gara. Per confermarsi a squadre e provare a graffiare a livello individuale.
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Foto: Augusto Bizzi