Tutte le armi a podio, atleti ritrovati, giovani lanciati, costanza di piazzamento. La prima parte della stagione internazionale di scherma ha certificato che l’Italia ripartita dopo Tokyo lo ha fatto con il piede giusto.
La grande osservata speciale dopo un’Olimpiade a detta di molti deludente malgrado un bottino finale di tutto rispetto, ha risposto subito presente all’appello. Giunti a metà stagione e in attesa che a metà aprile, chiusa la parentesi dedicata ai Mondiali Giovanili, si riparta verso il rush finale con vista su Europei e Mondiali. si può tracciare un primo bilancio e andare a vedere che la ripartenza verso Parigi è avvenuta con il piede giusto.
Un primo dato che ci viene in conforto è quello delle presenze sul podio: nelle foto rituali di fine gara, c’è sempre stata una macchia di azzurro in ogni arma. Da Alice Volpi mattatrice assoluta nel fioretto femminile, alle prime vittorie in carriera di Valerio Cuomo e Alberta Santuccio nella spada, passando per i podi centrati da Rossella Gregorio nella sciabola femminile, da Luca Curatoli al maschile e quelli dei fiorettisti. Il discorso va poi esteso anche alle gare a squadre, sebbene qui sciabolatori e spadisti non siano ancora riusciti a entrare nella “zona medaglie”.
Ma c’è altro. Si prenda ad esempio la spada maschile: in tutte e quattro le gare sin qui disputate, l’Italia ha piazzato sempre almeno un atleta fra i primi quattro e almeno due complessivamente nei primi otto. O il già citato fioretto femminile, che ha vissuto non solo il dominio di Alice Volpi ma anche il fatto che la senese non è mai stata la sola azzurra sul podio. Francesca Palumbo a St. Maur, Martina Favaretto a Poznan, Olga Rachele Calissi a Guadalajara.
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Rimanendo in tema di squadre, questo primo semestre di stagione è stato caratterizzato un po’ in tutti i settori da una grande sperimentazione e rotazione. Tanto Stefano Cerioni quanto Dario Chiadò e Luigi Tarantino (il cui lavoro è stato comunque proseguito da Nicola Zanotti dopo che il livornese era subentrato al comando), hanno infatti pescato a piene mani dalle tante carte che compongono i mazzi a loro disposizione. Uno dei dettami della ripartenza, infatti, era stato fin da subito quello dell’azzeramento di ogni gerarchia, nessun posto garantito e spazio per tutti. Un metodo che da una parte ha aperto a nomi nuovi le porte della squadra, dall’altra ha messo pepe e concorrenza che hanno fatto bene tanto ai veterani quanto alle giovani leve.
Emblematico, in tal senso, può essere l’esempio del fioretto maschile con il notevole impatto che le new entries Guillame Bianchi e Tommaso Marini hanno avuto sul quartetto completato dai veterani Daniele Garozzo e Alessio Foconi. Per un fatturato che al momento paga una vittoria e un terzo posto nelle due gare sin qui disputate. Discorso analogo vale per il settore femminile, con la novità principale rappresentata dall’ingresso di Martina Favaretto nelle rotazioni fisse.
Positivi anche gli esperimenti nella spada femminile, dove solo Federica Isola hanno fatto parte del “cast fisso” attorno a cui si sono alternate, nel corso delle gare Alice Clerici, Nicol Foietta, Roberta Marzani e Giulia Rizzi, con Rossella Fiamingo che sarebbe dovuta tornare in quartetto a Sochi. A parlare per la buona resa dell’operazione messa in atto da Chiadò, i due terzi posti in altrettante gare.
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Un ulteriore aspetto interessante emerso da questi primi sei mesi della “nuova” Italia della scherma è stato il grande numero di giovani lanciati. Si prenda ad esempio la sciabola: Mariella Viale – provata anche in quartetto in occasione della gara di Tbilisi – Maddalena Vestidello ma anche Luca Fioretto, Michele Gallo, Mattia Rea ed Emanuele Nardella sono stati i nomi nuovi che hanno fatto capolino nella scena. Nel fioretto sono arrivate chance, fra gli altri, per Anna Cristino e Filippo Macchi, mentre la spada ha visto gli esordi di Lucrezia Paulis, Elena Ferracuti ed Enrico Piatti.
Tanti spunti interessanti, quindi, al giro di boa di metà stagione. Qualche dettaglio ancora da sistemare c’è, ma in questa stagione di transizione in attesa che dall’anno prossimo parta il cammino di qualificazione verso i Giochi di Parigi 2024 è importante capitalizzare ogni occasione per farsi trovare pronti quando il gioco si farà ancora più duro.
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Foto Bizzi