Meravigliosa rimonta contro la Romania, l’Italia conquista la medaglia d’oro per la terza volta nel giro di quattro anni. Bronzo per l’Egitto.
Astenersi deboli di cuore, la sciabola a squadre non è affare per loro. Un lunghissimo giro sul rollercoaster emotivo durato quasi un’ora, dove succede tutto e il contrario di tutto. Ma alla fine del quale c’è spazio solo per la gioia travolgente di quattro ragazzi con la scritta ITA sotto il proprio cognome stampato sul giubbetto e un pensiero per chi, a quella festa, non ha potuto parteciparci perché fermato all’ultimo da un infortunio che lo ha costretto al forfait. Idealmente c’ anche Emanuele Nardella sul podio di Dubai a cantare l’Inno di Mameli assieme a Edoardo Cantini, Giorgio Marciano, Lorenzo Ottaviani e Pietro Torre.
Sono loro i magnifici quattro che riportano in Italia il titolo a squadre di sciabola maschile giovani a tre anni di distanza da Torun 2019. Una cavalcata tanto faticosa quanto entusiasmante, cominciata con uno dei peggiori avversari possibili, la Germania dei fratelli Heathcock, incontrata già nel tabellone dei 32. Da lì la lunga scalata al tabellone, passata dai successi contro Singapore agli ottavi, Francia ai quarti e Spagna in semifinale, tappe intermedie del percorso che ha portato gli azzurri faccia a faccia con la Romania. Assalti sempre molto tirati e combattuti, in cui non sono mancati i momenti di difficoltà a cui però il gruppo ha sempre saputo reagire con grande prontezza.
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Al resto ha provveduto un Pietro Torre letteralmente devastante. Il vice campione iridato della prova individuale si prende per distacco la palma del “migliore in campo”. Tocca a lui firmare la rimonta decisiva nella finale contro la Romania, il 6-1 che inchioda Nitu a quota 41 mentre l’Italia vola sul tetto del Mondo al termine di un match incredibile, partito sul filo dell’equilibrio per poi apparentemente incanalarsi a favore degli azzurri e cambiare improvvisamente direzione nel sesto parziale complice un passaggio a vuoto di Edoardo Cantini. Ci pensa poi lui stesso a farsi perdonare e a rimettere in piedi tutto prima di passare il testimone al suo conterraneo Torre per la pennellata finale. Quella che vale il terzo titolo a squadre nel giro di quattro anni, dopo le perle di Verona 2018 e Torun 2019.
Considerato che nel 2020 i Mondiali non si sono disputati e nel 2021 al Cairo – dove vinse l’Egitto oggi medaglia di bronzo dopo essersi confermata fra le squadre più interessanti e divertenti in circolazione – l’Italia non ha partecipato, si può dire che gli azzurri hanno ripreso il filo del discorso da dove lo avevano interrotto. Con interpreti diversi, ma con il medesimo risultato.
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Foto Bizzi